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Il gemellaggio con Baltimora è nato nel 1985. La tragedia, seppur con dinamica diversa, rimanda alla mente a quella di ponte Morandi del 14 agosto 2018 quando a causa del crollo morirono 43 persone
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BALTIMORA - Un ponte che crolla e una tragedia che accomuna due città gemellate. Nella notte il ponte Francis Scott Key di Baltimora, nello Stato americano del Maryland, è crollato in seguito all'urto con una nave cargo battente bandiera di Singapore, la Dali. Almeno sette veicoli, incluso almeno un camion, sono precipitati in acqua. L'urto è avvenuto intorno all'1,30 di notte, le 6,30 in Italia. La nave che ha urtato il ponte nelle acque del fiume Patapsco. Due persone cadute in acqua sono state salvate dai vigili del fuoco locali. Sei persone sono disperse.

La tragedia, seppur con dinamica diversa, rimanda alla mente a quella di ponte Morandi del 14 agosto 2018 quando a causa del crollo morirono 43 persone con il processo che prosegue (leggi qui). E proprio Baltimora è una delle dodici città gemellate con Genova, le altre sono Marsiglia, Columbus, Odessa, Chio, Fiume, Beyoglu, Carloforte, Calasetta, Murcia e in ultimo anche Santos. Una dinamica, quella della tragedia di Baltimora, che riporta alla mente il crollo della Torre Piloti di Genova del 7 maggio 2013 quando la nave Jolly Nero in operazione di manovra colpì la torre del porto causandone il collasso e la morte di 9 persone.

Il gemellaggio con Baltimora è nato nel 1985. Prima del Covid, attraverso il 'winter program in Genoa', studenti universitari di Baltimora e zone circostanti, hanno iniziato ad arrivare a Genova per imparare l’italiano e visitare la città e il suo centro storico. I gemellaggi hanno lo scopo di reciproco impegno nella promozione di scambi culturali e di collaborazione in settori comuni e strategici come la portualità, il turismo, lo sport, l'università e l'arte oltre che lo scambio delle buone pratiche amministrative e smart city. 

Il sindaco di Genova Marco Bucci in un post social ha detto che "Genova è vicina a Baltimora, colpita questa notte da un’immane tragedia. Il Francis Scott Key Bridge è crollato dopo essere stato urtato da una nave portacontainer, sono in corso le ricerche delle persone e dei veicoli dispersi in acqua. Baltimora è una città degli Usa gemellata con Genova dal 1985. Seguiamo con apprensione gli aggiornamenti della situazione, mostrando tutta la nostra vicinanza al popolo americano".

Anche il consiglio comunale di Genova ha espresso espresso solidarietà alle persone coinvolte nella tragedia del crollo del ponte Francis Scott Key a Baltimora. "Questo evento è motivo di grande dolore e sgomento per tutti noi - hanno detto i capigruppo di maggioranza e minoranza -: è impossibile non evocare il ricordo della tragedia del Ponte Morandi che ha colpito la nostra città e i nostri concittadini. Condividiamo il dolore e la sofferenza della comunità di Baltimora, con la quale Genova è gemellata dal 1985, sapendo quanto sia difficile affrontare una tragedia di questa portata. Desideriamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che sono impegnati nelle operazioni di soccorso e recupero e ci uniamo alle loro speranze di trovare rapidamente sopravvissuti e di portare conforto alle famiglie di eventuali vittime. Ci uniamo al dolore della città di Baltimora e auspichiamo che questa tragedia possa portare ad un rinnovato impegno nella sicurezza delle infrastrutture e nell'adozione di misure preventive a livello globale".

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A Genova la città ha dedicato i giardini Baltimora alla città del Maryland, quelli noti come giardini di plastica, che da anni attendono un pieno recupero. Proprio in consiglio comunale a Tursi inn questo martedì si parla di un progetto per realizzare un campo sportivo polivalente "al fine di incrementare, anche in tarda serata, le attività dei tanti ragazzi e giovani che hanno voglia di fare sport e che sono alla ricerca di spazi adeguati al fine di rendere l’area più sicura e fruibile dai tanti appassionati alle attività sportive".  

La tragedia di Baltimora ricorda nella dinamica la fine che il ponte gemello del Morandi ha fatto in Venezuela. Era il 1964 quando il viadotto disegnato dall'ingegner Riccardo Morandi chiamato General Rafael Urdaneta e costruito eretto sulla baia di Maracaibo, crollò sotto l'urto di una petroliera fuori controllo. Era lungo 8,7 chilometri e aveva 135 campate, di cui le 6 centrali costruite con lo stesso schema statico strallato applicato da Morandi a Genova. A centrare il viadotto la petroliera Exxon Maracaibo, da 36 mila tonnellate che a causa di un guasto elettrico divenne ingovernabile all'uscita dalla laguna di Maracaibo e finì contro le pile 30 e 31 del ponte, ad oltre 600 metri di distanza dalle campate progettate per il passaggio del traffico navale. Uno scontro violentissimo che fece crollare completamente le due pile trascinando in mare tre campate consecutive del ponte.