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Due le possibilità: un impianto waste-to-chemical oppure un termovalorizzatore. Nelle prossime settimane partirà l'iter. L'impianto secondo le stime dovrebbe essere in grado trattare tra le 200 e 250 mila tonnellate di rifiuti all'anno
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GENOVA - Una delibera di giunta da parte del Comune di Genova dà mandato ad Amiu di avviare un percorso per la realizzazione di un impianto utile per la chiusura dei rifiuti nell'area di Scarpino. Un primissimo passo che annuncia l'intenzione da parte della controllata del Comune di avanzare un progetto per realizzare un impianto capace di trasformare in energia i rifiuti indifferenziati di Genova e della Liguria. È stata proprio Amiu 'a candidarsi' per realizzare e gestire l'impianto. 

Oggi Genova paga la necessità di portare fuori regione i prodotti indifferenziati, un costo che il sindaco Marco Bucci quantifica in circa 25-30 milioni di euro all'anno. Elemento che va a ricadere anche sul costo della Tari genovese, uno dei più alti d'Italia (Leggi qui)

Due le possibilità: un impianto waste-to-chemical oppure un termovalorizzatore sulla falsariga della decisione già presa a Roma dal sindaco Roberto Gualtieri

A Genova, il Rina sulla base delle richieste arrivate dall'Agenzia regionale ligure per i rifiuti guidata dall'ex sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano, ha individuato l'area di Scarpino in Valpolcevera. Proprio quest'area si candida a diventare così un polo centrale nella gestione dei rifiuti. 

Il Comune lavora per avere un piano operativo. Poi servirà far partire tutta la macchina burocratica. Secondo delle primissime stime per vedere l'impianto realizzato e in funzione potrebbero servire tra i tre anni e mezzo e quattro. "Ma si tratta di valutazioni precoci" spiega il presidente do Regione Liguria Giovanni Toti.

"La Liguria è sempre stata maglia nera nel trattamento dei rifiuti - spiega l'assessore all'Ambiente del Comune di Genova Matteo Campora -. Ci candidiamo a ospitare un impianto che possa servire tutta la Liguria. Amiu è pronta e ha una struttura professionale di livello e capace di affrontare la gestione del percorso". 

L'impianto secondo le stime dovrebbe essere in grado trattare tra le 200 e 250 mila tonnellate di rifiuti all'anno. L'obiettivo del Comune di Genova è quello di creare proprio a Scarpino un polo completo per la gestione dei rifiuti: "Abbiamo un impianto che capta il biogas, un impianto che tratta il pergolato trasformandolo in ammoniaca che poi viene venduta, avremo il trattamento meccanico-biologico e avremo anche l'impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti" spiega l'assessore Campora. 

Il Rina ha individuato cinque potenziali aree idonee per la realizzazione di un impianto. Oltre a Scarpino ci sono la Valle Scrivia sempre a Genova e nel savonese le zone di Cairo Montenotte, quella di Vado-Quiliano e quella di Cengio. Il primo interesse su Genova non esclude che possano arrivare nuove espressioni di interesse da parte di altre aziende per una o più aree individuate.   

Ma qual è la differenza tra termovalorizzatore e waste to chemicals. I termovalorizzatori sono impianti che si basano sulla combustione completa dei rifiuti, generalmente tramite forni a griglia o a letto fluido, per produrre vapore e da questo ottenere energia elet­trica oppure termica. Come scarti presentano la generazione di ceneri pesanti, leggere, fanghi e fumi contenenti numerosi micro e macro inquinanti, senza dimenticare importanti quantitativi di un gas climalterante come la CO2.

Con waste to chemicals si intende il riciclo e/o recupero chimico dei rifiuti: una soluzione tecnologica che permette di ottenere dai rifiuti plastici e secchi non riciclabili meccanicamente (come Css e plasmix) molecole re-impiegabili come elementi di partenza per nuovi prodotti o carburanti sostenibili. Il “waste to chemicals” non è dunque alternativo ma è complementare agli impianti di riciclo meccanico, in quanto tratta rifiuti che non è possibile recuperare con il riciclo tradizionale.