GENOVA - E' stato condannato a cinque anni di reclusione Antonino Basile, il meccanico di piazza Cavour ritenuto il mandante del maxi rogo di motorini dell'ottobre corso davanti alla facoltà di Architettura, in via Sant'Agostino, nel centro storico di Genova. Il processo si è svolto con rito abbreviato.
Basile, 63 anni, difeso dall'avvocato Vittorio Pendini, era stato arrestato a febbraio dai poliziotti del commissariato di piazza Matteotti su ordinanza di custodia cautelare subito dopo l'arresto dell'esecutore materiale dell'incendio, il 52enne senza fissa dimora Amaur El Bahi, che per l'incarico era stato pagato 200 euro.
Obiettivo del raid incendiario era la vespa Px di una donna - assistita dall'avvocato Riccardo Passeggi - a cui qualche tempo prima Basile aveva montato un motore rubato. Lei lo aveva scoperto e denunciato.
Nel rogo erano stati distrutti altri tredici scooter. Proprio la confessione del 52enne aveva incastrato Basile che forse in quel modo pensava di nascondere le prove del precedente reato. La sentenza è stata pronunciata oggi dalla gup Carla Pastorini, che ha anche condannato a 3 anni di carcere El Bahi.
La buccia di banana che ha consentito di arrivare a Basile è stata una foto scattata da una abitante che testimoniava come il fuoco fosse stato appiccato all'unica Vespa posteggiata fra tanti scooter. Da lì i sospetti si sono accentrati sul meccanico, già noto alle forze di polizia. Poi la proprietaria della Vespa ha confermato di avere avuto screzi e già denunciato Basile. Il quadro delle indagini della squadra giudiziaria del commissariato di polizia diretto dal primo dirigente Giampiero Bove è stato completato dalle immagini delle telecamere che hanno permesso di identificare il piromane, che poi ha svelato chi lo aveva pagato per appiccare il fuoco. La conferma di questo anche da alcuni messaggi sul cellulare dell'incendiario.
IL COMMENTO
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