'L’Atlante del gesto' è un progetto che racchiude al suo interno esperienze diverse, reso possibile dalla sinergia tra il centro di ricerca Casa Paganini – InfoMus, dal dipartimento DIBRIS dell’Università di Genova, il Goethe Institut Genua, Palazzo Reale di Genova, il Teatro dell’Archivolto e Virgilio Sieni Centro di produzione sui linguaggi del corpo/Accademia sull'arte del gesto.
Il seme iniziale da cui è partita l'idea è stato il progetto europeo Horizon 2020 ICT DANCE, nell’ambito del quale Casa Paganini – InfoMus, in collaborazione con il compositore Andrea Cera, ha sviluppato nuove tecnologie che offrono la possibilità di analizzare le qualità del movimento e di tradurle in suono, evocando immagini e sensazioni tali da permettere quasi di “vedere” la danza a occhi chiusi. A questo primo percorso si è poi affiancato il lavoro di Virgilio Sieni, coreografo e danzatore di livello internazionale, che da anni lavora sul gesto come strumento per riconquistare il contatto con i propri simili e il proprio territorio, ideando performance site specific agite anche da non danzatori in diverse città italiane ed estere.
Per il lavoro condotto a Genova, Virgilio Sieni si è riallacciato nel titolo e nei contenuti all’Atlante delle immagini dello storico dell’arte tedesco Aby Warburg, facendo sì che anche il gesto, come l’immagine, diventi veicolo della nostra tradizione culturale e della nostra memoria sociale. A 150 anni dalla nascita di Warburg, avvenuta nel 1866 – anno a cui fa riferimento il titolo 'Ballo 1866', scelto per l’insieme di azioni coreografiche che avranno luogo dal 24 al 26 marzo – il gesto diventa così il filo conduttore di un percorso che porta alla creazione di azioni coreografiche legate a episodi tratti dal racconto biblico – esodo, pietà, crocifissione, insegnamento – compiute da cittadini che creano insieme una “comunità del gesto”.
I 150 partecipanti al progetto genovese sono donne, uomini e bambini senza esperienza di danza, a cui sono stati affiancati alcuni danzatori con il ruolo di assistenti. Divisi in gruppi hanno seguito Virgilio Sieni attraverso sessioni laboratoriali settimanali iniziate a gennaio 2017, basate sulla vicinanza tattile all’altro, sul vedere e l’ascoltare, in cui il gesto è il mezzo per “riavvicinare e ricomporre una comunità che nel corso del tempo ha perso il senso della relazione”.
IL COMMENTO
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