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Il messaggio del documento approvato dal direttivo è diviso in tre punti, tre obiettivi per evitare ulteriori spaccature. I primi due hanno valenza nazionale: la richiesta di portare avanti il governo Gentiloni fino alla fine del mandato e il rinvio del congresso al dopo elezioni: per farlo - sostiene il circolo di Quezzi - serve una approfondita discussione è che sia "preceduto da una conferenza programmatica".
In parole tradotte dal politichese significa che il Pd di Quezzi prende le distanze dalle strategie renziane e chiede di evitare ulteriori forzature che rischiano di portare dritti alla scissione con conseguenze pesanti sulle amministrative.
Ma è sul terzo punto che si arriva alle questioni puramente genovesi:
"Il direttivo - si legge nel testo approvato - auspica che il PD lavori per un preciso e puntuale accordo programmatico con le forze di centrosinistra, e affinchè in tale quadro unitario si manifesti la scelta del candidato sindaco, escludendo così primarie potenzialmente laceranti".
Ma Genova al momento sembra interessare ancora poco al partito a livello nazionale e Il problema (tutto del Pd) è ora quello di capire chi possa recepire (o rispedire al mittente) appelli, messaggi e gridi d'allarme che arrivano dalla città che potrebbe diventare presto il simbolo della sconfitta del partito democratico.
IL COMMENTO
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