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Ma di che cosa stiamo parlando? Dell’attività di stoccaggio e deposito di merci varie gestita dal Consorzio Genova Distripark srl. Specializzato, leggiamo sul sito dello stesso Spinelli, “nel movimento casse e merci varie nonché nel rizzaggio e derizzaggio di merce su Flat rack” cioè mezzi idonei per il carico di merci pesanti o ingombranti necessariamente caricate di lato o dall'alto, non in container. 30 gli ettari, leggiamo questa volta sul sito dell’autorità portuale, “con torre uffici e servizi da 7.200 mq e di magazzini per 20.000 mq”.
Ma di fatto, ci spiega una fonte del ponente, sono state messe montagne di container a cinque tiri, in gergo, cioè su cinque piani invece che sui tre, come per consuetudine non scritta. Ostruendo la vista. E inoltre si lavora sempre, con rumori conseguenti, il tutto a venti metri dalle case. Delle battaglie sono sempre stati protagonisti il comitato di Prà e poi la fondazione Primavera.
I dati presi in esame si riferiscono al periodo tra il 4 e il 18 marzo di quest’anno, arco di tempo in cui il limite di decibel consentito è stato superato per 3 volte su 14 in orario notturno (il 23% delle volte) e addirittura 9 su 14 in orario diurno (pari al 64%).
“Dell’inquinamento acustico – ci spiega il presidente del Municipio Mauro Avvenente – ci siamo occupati a lungo con incontri in capitaneria di porto per abbassare al minimo consentito dalla legge, il volume dei cicalini, i segnalatori acustici, dei mezzi da lavoro, in modo che non arrechino disturbo ai cittadini ma, dall’altro lato, che consentano il mantenimento dei livelli di sicurezza dei lavoratori.
“I cittadini di Palmaro e Prà denunciano da anni una situazione ormai diventata insostenibile, pressoché inascoltati da tutte le istituzioni, locali e regionali – denuncia Alice Salvatore, consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle – E, invece di ascoltare i cittadini, la vecchia politica si prostra di fronte a privati e terminalisti, insistendo su progetti di ampliamento delle banchine che cancellerà l’ultima spiaggia libera del Ponente, aumenterà esponenzialmente l’inquinamento chimico e acustico, a fronte di un trascurabile ritorno in termini di occupazione e ricadute sul territorio”.
IL COMMENTO
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