Il 2 novembre come lo conosciamo potrebbe sparire nel giro di qualche decennio. Sono sempre meno i genovesi che decidono di far seppellire o tumulare i cari defunti a favore della cremazione con affido o dispersione delle ceneri. In altre parole, il cimitero sta passando di moda. E, se il trend si confermerà questo, delle 35 strutture genovesi rimarranno soprattutto degrado e rovine.
Nel 2016 le cremazioni a Genova hanno raggiunto il 68,36%, il 22,16% ha scelto l'inumazione (in terra), solo il 9,48% la tumulazione in un colombario. Nel 2011 le cremazioni non raggiungevano il 60% e agli inizi degli anni duemila erano circa il 30%. Tanti, poi, decidono di non conservare le ceneri in luogo consacrato: nel 2011 era il 14,69%, nel 2016 il 26,66%.
Una crescita formidabile su cui hanno pesato sicuramente le aperture della Chiesa cattolica, ma soprattutto il vile denaro: farsi seppellire costa 460 euro (più le spese nel tempo), la cremazione poco meno di 500 euro, mentre riporre la salma in un loculo vale dai 3 ai 6 mila euro, un vero e proprio salasso.
Cosa significa per i cimiteri? "Anzitutto si ridurrà la necessità di espandersi sul territorio - spiega Paolo Crovetto, funzionario comunale della direzione servizi civici - quindi nel tempo saranno più piccoli o comunque non andranno ampliati per realizzare nuove gallerie. Già adesso abbiamo problemi di sottoutilizzo: tanti colombari sono in scadenza di concessione e nessuno li vuole".
Ma il boom delle pratiche low cost ha anche un'altra tragica conseguenza: il Comune incassa meno soldi da spendere nei cimiteri. Attualmente il guadagno 'netto' per Tursi dai servizi mortuari è di circa 2 milioni all'anno, dei quali solo 600mila circa vengono impiegati per le manutenzioni nelle disastrate necropoli genovesi. Tanto che per conservare le opere monumentali di Staglieno l'associazione dei volontari sta già pensando a proporre un ticket di ingresso. Con buona pace di chi apprezza il foscoliano fascino del sepolcro.
cronaca
Genova e i defunti, boom di cremazioni: cimiteri sempre più poveri e malandati
Dal 30 al 70 per cento in pochi anni, così spariranno le tombe
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