"Li vede quei due? Dormono qui e ci stanno tutto il giorno. Si picchiano dal mattino alla sera. Ogni tanto arriva la polizia, li manda via e loro tornano. Di solito sono una decina. Si spogliano nudi e si fanno la doccia alla manichetta con l'acqua fredda, poi di sera si prendono a bottigliate. Succede quasi tutti i giorni. Riqualificare? Anzitutto dovrebbero iniziare a mandare via quelli lì". Il signor Roberto è il portinaio di via D'Annunzio 64 e dal lontano 1992 può godere dell'affaccio sui Giardini Baltimora, il grande spazio 'verde' nel pieno centro di Genova tra piazza Dante e la Circonvallazione a mare. Ma dopo lunghi anni di abbandono si può ancora pensare a un rilancio?
Roberto non inventa mica. Passano dieci minuti e vediamo tutto coi nostri occhi: due giovani,un ragazzo e una ragazza in compagnia di un cane, iniziano a litigare. Alzano la voce, poi si mettono le mani addosso, sotto l'evidente effetto di sostanze. Lì vicino, nel piccolo prato spelacchiato, c'è il loro accampamento improvvisato. La realtà dei 'Giardini di Plastica', così li hanno chiamati con espressione poco felice, è semplicemente questa, da anni. Un parco mancato nell'unico spazio libero della 'city', dove un tempo c'era la Genova più vera costruita attorno a via Madre di Dio. Un baluardo del degrado e dalla rumenta, invincibile nonostante qualche periodico rattoppo, come la cancellata messa qualche mese fa davanti ai lavatoi del Barabino che erano diventati il rifugio per disperati di ogni tipo.
La parola 'riqualificazione' i Giardini Baltimora ce l'hanno cucita addosso. Il loro problema è che sono nati morti. Nessuno ha una valida ragione per passarci. Gli uffici che occupavano il pian terreno di questi mostri di cemento sono tutti vuoti. In parte li ha acquistati Regione Liguria, durante l'amministrazione Burlando, ma da allora sono rimasti inutilizzati. E così, ci racconta ancora Roberto, "questo porticato viene usato d'inverno come riparo da molti senzatetto. Ho visto persino staccare la griglia da un canale di scolo per cuocerci sopra la carne". Anche il verde è sempre più raro e agonizzante. Un deserto.
A breve, rivela l'assessore Garassino, il Comune lancerà un concorso pubblico di idee, magari appoggiandosi agli studenti universitari di Architettura. Cosa fare dei Giardini Baltimora? C'è chi ha già lanciato proposte. Il presidente del Civ Sarzano, Matteo Zedda, vorrebbe trasformarli in 'Giardini Fantozzi' e dedicare l'area al personaggio più famoso del compianto Paolo Villaggio, con un vero e proprio cinema all'aperto e spazi culturali. Altra idea emersa negli ultimi giorni è quella di un asilo per cani, cioè un parco riservato agli amici a quattro zampe con giochi, servizi di dog-sitting, pulizia e veterinaria. Su spinta dell'associazione 'Due ruote in città', c'è anche l'ipotesi di estendere il park di via D'Annunzio e usare gli spazi dismessi per un 'centro moto' con meccanici, gommisti, agenzie di pratiche e simili.
Il rebus maggiore è quello dei locali in disuso sul lato est dei giardini. Il presidente del Municipio Centro Est, Andrea Carratù, ha fatto sapere che a breve prenderà contatti insieme a Tursi per censire uno ad uno i locali sfitti e individuare la proprietà. Il Comune starebbe valutando di comprarne alcuni per poi dare in concessione le aree a privati per nuove attività. La sfida, insomma, è vincere l'abbandono. E possibilmente non limitarsi ai concerti notturni, che provocano da tempo le ire degli abitanti infastiditi dal rumore, oltre che qualche problema di ordine pubblico. Per il momento il sondaggio lo lanciamo noi: come vorreste riutilizzare i Giardini Baltimora? Commentate sul nostro sito o sulla pagina Facebook ufficiale di Primocanale.
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Giardini Baltimora, dal degrado al rilancio: dai cani alle moto, caccia aperta alle idee
Uffici sfitti e un parco allo sbando: voi che ci fareste?
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