cronaca

Poi l'attacco al Pd: "Governo pasticcione, una parte politica si è presa i meriti"
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Con la fine dello sciopero Ilva, determinata dalla presenza ufficiale del viceministro all'incontro del 4 febbraio, anche il presidente ligure Giovanni Toti è intervenuto a Primocanale per commentare la vicenda.

"Il gruppo non può essere lasciato a se stesso, giusto chiedere che un esponente del governo partecipi per spiegare il destino dell'azienda. Il Governo ha pasticciato molto, non ha fatto chiarezza. La Regione aveva fatto proposte, poi hanno deciso diversamente, padroni di farlo. La situazione è comunque complicata, le istituzioni devono allinearsi per difendere l'accordo di programma”.

Quindi, un affondo verso quella “parte politica presente sul territorio genovese che ha voluto prendersi il merito di un salvataggio senza darlo alla Regione, che invece lo aveva perché ci lavora da tempo. Alla fine è arrivato un salvataggio fumoso”.

Dall'incontro del 4 febbraio “non mi aspetto grandi cose – continua Toti – le informazioni saranno parziali perché la gara sarà ancora aperta. Mi auguro che poi verrà formato un tavolo con la dovuta dignità e competenza per questa vertenza”. L'accordo di programma? “Ha molti firmatari, io lo ritengo completamente valido. Se qualcuno ha qualcosa da dire metta i piedi nel piatto. Per noi bisogna proseguire su questa strada”.

La protesta, alla fine, si è sciolta senza acuire la tensione. Ma la seconda giornata, col blocco in Sopraelevata e al casello autostradale, ha causato disagi e malcontenti ai genovesi. Toti ammonisce: “Chiedo ai lavoratori di non aumentare la tensione. La ciittà è vicina, conosce la loro situazione. Bloccare la città non aiuta, Genova crede nello stabilimento, nel futuro di Ilva dell'e acciaio in questo Paese. Non è qua il nemico, c'è bisogno di costruire un fronte comune, e non lo si fa bloccando i cittadini e i commerci di una città. Serve sangue freddo, non esasperare il clima con azioni nocive per tutti”.