cronaca

In seguito all'emergenza ambientale di Fegino-Borzoli
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Il senatore ligure Maurizio Rossi (Gm/Liguria Civica) presenta una interrogazione a risposta scritta

 al ministro dell'Ambiente Galletti. Il focus riguarda l'emergenza ambientale che ha colpito la zona del torrente Polcevera nel pieno centro abitato di Genova.

Domenica 17 aprile, per cause ancora da accertare, dall'oleodotto gestito dall'azienda Iplom si sono riversati sul rivi Fegino e Pianego oltre 600mila litri di petrolio.

"Una situazione che mi ha portato a fare l'interrogazione sia sull'emergenza, ma anche una riflessione complessiva della situazione ad alto rischio del Ponente genovese", ha commentato il senatore ligure.

Di seguito il testo integrale:

Al Ministro dell’Ambiente, del Mare e del Territorio 


Premesso che:

- domenica 17 aprile u.s. attorno alle ore 20.00, dopo un grande boato, nell'acqua del rio Fegino si sono riversate diverse centinaia di migliaia di litri di greggio. Infatti la rottura di una tubatura che collega il Porto Petroli con la Iplom di Busalla ha causato il grave sversamento di greggio che solo il pronto ed efficace intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato che finisse in mare. Da una prima stima, solo una parte di liquido risulta arrivata alla foce e poi in mare ma la situazione potrebbe precipitare nei prossimamente con ulteriori gravissimi danni ambientali anche sulle coste;

- da subito si è reso evidente il danno ambientale che tale gigantesca macchia oleosa ha causato nel letto del fiume che ha portato anche alla totale moria dei pesci e messo a serio rischio molti uccelli stanziali. Il forte odore di petrolio poi è sintomo della presenza di agenti inquinanti nell'aria, tanto che sul posto si è recato persino il nucleo NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico e Radioattivo) oltre alle squadre antincendio, alla Capitaneria di Porto, alla Polizia, alla Polizia locale e all'Arpal;

- la zona di Borzoli e Fegino e l'intero ponente genovese, sono sempre più esposti a una convivenza ormai inaccettabile e mai affrontata in modo compiuto. Altri incidenti simili si sono verificati negli anni scorsi in tutta l'area. Quanto accaduto non fa che riproporre i forti disagi per la popolazione del ponente genovese sempre più preoccupata per il problema inquinamento, per la propria sicurezza e per la propria salute;
- il pericolo di inquinamento dell'aria ha persino fatto sì che fosse sospesa l’attività scolastica del plesso '2 Giugno' prospicente la zona di Borzoli;
- la Iplom, che ha immediatamente riconosciuto la propria responsabilità, seppur dimostratasi immediatamente collaborativa, si è vista porre sotto sequestro il suo impianto dalla Procura della Repubblica che ha prontamente avviato un’indagine sull'accaduto; 



considerato che:

- la situazione e' critica e destinata a peggiorare, se non si procede il più celermente possibile alla bonifica ambientale, è concreta la possibilità di un danno molto maggiore perché, in caso di piogge o mareggiate, parte del petrolio si staccherebbe dal fondo e arriverebbe in mare disperdendosi anche sulla costa;

- sarà il Coc, il Centro Operativo Comunale a fronteggiare l'emergenza e fare il punto sui danni provocati. Ci saranno rappresentanti della Regione Liguria e dei municipi interessati, i vertici dei Vigili del Fuoco, della Capitaneria di Porto e dell'Arpal;

- le diverse centinaia di metri cubi di greggio hanno procurato un danno ambientale molto serio nel corso d'acqua, sarà quindi necessario avviare un importante lavoro di bonifica per ripulire tutto l'alveo del fiume interessato. Ingenti saranno i costi delle operazioni necessarie per le quali serviranno fondi nazionali straordinari;

- il caso Iplom, con l'inquinamento causato nel fiume e il peggior scenario che si può verificare in caso di pioggia, è solo l'ultimo caso di una situazione che sta diventando sempre più insostenibile nel ponente genovese dove convivono tante attività industriali che ruotano attorno al settore petrolifero. Con insediamenti del porto petroli, ma anche nelle realtà urbane, con strutture invasive persino sotto il profilo dell'impatto edilizio e ambientale, le raffinerie di petrolio utilizzano chilometri di tubature il cui stato manutentivo non è conosciuto e questo incidente ci conferma che sicuramente questi impianti sono da controllare, rivedere e rimodernare;

si chiede di sapere:

- se non ritenga di intervenire, ed eventualmente come, affinché tali gravi fatti non si verifichino più;

- visto il gravissimo incidente accaduto e gli altri negli scorsi anni, in questa area cittadina a densa percentuale abitativa ed in considerazione della loro pericolosità per l'ambiente e per la salute umana, se non ritenga opportuno verificare in modo molto meticoloso se le misure di sicurezza degli impianti interessati e relative tubature, siano adeguate e a norma;

- se non ritenga di finanziare la necessaria bonifica, e se sì, quali azioni intenda attuare affinché si realizzino nel più breve tempo possibile, prima che la situazioni peggiori o diventi insostenibile, tali le operazioni di bonifica ambientale;

- se non ritenga necessario rivedere e valutare sotto il profilo ambientale e della potenziale pericolosità per la popolazione locale, tutta la presenza nel Ponente genovese delle strutture industriali del settore petrolifero, i relativi collegamenti con l'entroterra, i relativi sbocchi verso il mare, gli attracchi delle petroliere vicino al centro abitato, il grado di pericolosità potenziale delle attività industriali, i piani per le emergenze delle società stesse e quelli delle loro attività manutentive;

- quali sono i ritorni economici garantiti alle popolazioni locali per la concessione delle servitù delle installazioni industriali e delle tubazioni delle raffinerie e se sono stati concessi e attualizzati in tempi recenti

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Sen. 

Maurizio Rossi