porti e logistica

“Venezia l’unico scalo su cui non si può non investire”
2 minuti e 25 secondi di lettura
La nuova diga? La gronda di ponente? L’accelerazione sul Terzo valico? Tutte priorità per Genova e la Liguria, evidentemente non per il governo. A frenare le speranze degli operatori, dopo mesi di annunci e promesse, è il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini. “Se c’è un porto italiano e uno solo su cui oggi occorre investire senza alcun dubbio, beh la risposta è senz’altro Venezia”, ha detto l’esponente di governo durante un convegno dedicato ai trasporti ferroviari organizzato a Milano dalla Uil. A citare le sue parole il portale Ship2shore.

“Oggi abbiamo 24 Autorità Portuali, è evidente che serva una selezione – ha detto Nencini, che poi ha voluto precisare – Ma va fatta con criterio: considerate le dinamiche geopolitiche dell’Oriente vicino e lontano è evidente che sia l’Adriatico, anche in ragione del suo posizionamento rispetto ai paesi mitteleuropei, il mare su cui nei prossimi anni si concentreranno i maggiori traffici mediterranei ed europei. E che debba essere Venezia il fulcro di questi traffici”. I traffici mediterranei si concentreranno in Adriatico: prese alla lettera sono parole che fanno sobbalzare.

Insomma, l’ennesima beffa per la Liguria, che tra diga di Genova e collegamento ad alta capacità, senza contare la Gronda di ponente sempre ferma al palo, continua ad aspettare risposte sul potenziamento delle infrastrutture portuali e dei collegamenti. Risposte che dovrebbero trovare spazio nel Documento di Programmazione Pluriennale. Le parole di Nencini vanno prese come un avvertimento?  “La mia è una considerazione di carattere geopolitico generale, non c’è un filo diretto con la Piattaforma, che è comunque un tema che conosco e seguo da vicino – ha precisato il viceministro, che poi ha aggiunto - Però è un fatto che l’Adriatico sarà il mare dei prossimi anni e che Venezia sia il porto meglio posizionato in esso per collegamenti autostradali e ferroviari”.

Parole che non possono non preoccupare chi spera in un impegno chiaro del governo a sostegno della portualità e della logistica della Liguria. Partendo da un dato di fatto: al di là degli impegni generici e delle dichiarazioni di rito, sulle infrastrutture liguri dal governo non arrivano che schiaffi. Il tira e molla sul raddoppio del ponente, la mancata promozione dell’aeroporto di Genova (nonostante l’indicazione del Senato e l’appoggio bipartisan alla proposta di inserirlo tra gli scali strategici nazionali), le mancate risposte sulla Gronda, il totale disimpegno sulla nuova diga del porto di Genova, mettiamoci anche l’assenza del Ministro dei Trasporti alla Genoa Shipping Week (neppure si è degnato di rispondere all’invito di Assagenti): l’elenco dell’indifferenza romana per la portualità e la logistica ligure continua ad allungarsi. E’ arrivato il momento che qualcuno ne chieda conto.