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Domande "come ombre" sulla Gazzetta dello Sport
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Sei mesi lontano dai campi, l’opportunità di un acquisto del genere, difficoltà di gestione del carattere e dubbi sulle promesse da mantenere. Sono questi i quattro punti su cui ruota il ragionamento di Andrea Schianchi nell’articolo “Cassano-bis affascina, ma quanti dubbi” nell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Un ragionamento che riprende, di fatto, gli interrogativi che Primocanale.it affronta dalle prime sirene di ritorno del fantasista barese a Genova.

Schianchi parte da una considerazione che trova conferma nei fatti: il carattere difficile di Cassano. “La storia dice che non c’è stata squadra nella quale Fantantonio non abbia avuto problemi. A Parma, prima ha trascinato i compagni in Europa League e poi, poiché non arrivava lo stipendio, ha abbandonato la nave alla deriva. Altri giocatori, Lucarelli su tutti, hanno scelto di affrontare con dignità il naufragio”.

Nessuno mette in discussione le qualità tecniche del fantasista, un fenomeno. “Nel calcio di oggi, tuttavia, anche se il livello si è molto abbassato rispetto al passato, conta anche la tenuta fisica. E l’ultimo Cassano, quello che ha giocato a Parma per intenderci, passeggiava per il campo”. Lo stesso Delneri, sostituto in pectore di Zenga prima del ritorno di Europa League, aveva parlato di almeno 6 mesi per rivederlo a buoni livelli. “Avrà voglia di rimettersi a sudare, sgobbare e fare fatica?”, si chiede la Gazzetta dello Sport.

Se la Sampdoria ha fatto bene o male a tesserare il barese con un contratto biennale da 700mila euro netti a stagione (più bonus), lo dirà il tempo. Zenga avrà comunque un lavoro supplementare: un conto è gestire un giovane promettente, “altra faccenda è avere a che fare con un campione che (causa inattività e un caratterino tutt’altro che morbido) deve tornare a essere tale. Se tra i due, cioè tra Cassano e Zenga, scocca la scintilla, allora la Samp potrà esultare. Altrimenti saranno guai, come il passato insegna”, conclude Andrea Schianchi.