cronaca

"Non compaiono diversi manager e amministratori"
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"La richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura di Savona smonta il teorema costruito dell'ex procuratore capo, in gran parte fondato sull'indagine epidemiologica imbastita e realizzata, è bene ricordarlo, anche da tecnici che erano nel contempo consulenti della procura e militanti dei comitati locali che chiedevano la chiusura della centrale". Lo afferma una nota di Tirreno Power, dopo la formalizzazione delle richieste di rinvio di giudizio da parte della procura di Savona.


Secondo l'azienda, nel provvedimento di richiesta di rinvio a giudizio, "non compaiono diversi manager e amministratori di Tirreno Power", e "nei giorni scorsi si era avuta l'archiviazione per i pubblici ufficiali, tra i quali anche coloro che hanno correttamente rilasciato le autorizzazioni e esercitato il controllo sul funzionamento della centrale di Vado Ligure come peraltro riconosciuto dalla stessa procura".


L'avviso di chiusura indagini a luglio ha riguardato 27 persone indagate per disastro ambientale colposo. Tra le persone che escono dall'elenco degli indagati Andrea Mangoni, ex ad di Sorgenia (tra i maggiori operatori italiani del mercato libero dell'elettricità e del gas), Francesco Dini, di Cir (allora indagato in quanto consigliere di Tirreno Power) e Roberta Neri, ad di Enav, all'epoca consigliere di Tirreno Power.


"Sono passati sette anni dall'inizio di questa inchiesta e oltre due anni e mezzo dal sequestro che ha provocato il rischio di fallimento per Tirreno Power e un grave danno sociale al territorio. Ora si arriva all'archiviazione della posizione della maggior parte degli indagati, e alla presa d'atto che a tutt'oggi non si hanno elementi certi in merito alle presunte centinaia di vittime richiamate specificatamente anche nell'atto di sequestro di un impianto che funzionava in regola con le norme e le autorizzazioni ambientali, fatto affermato negli atti dalla stessa Procura", afferma l'azienda che conclude: "sui presunti danni ambientali siamo certi sarà fatta chiarezza visto che a distanza di oltre due anni dal fermo degli impianti tutti i dati ufficiali documentano che la qualità dell'aria era e rimane tra le migliori d'Italia ed è sostanzialmente identica a quando i gruppi lavoravano".