cronaca

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Il teatro Carlo Felice sull’orlo del baratro. L’allarmante ipotesi è un taglio all’organico di una cinquantina di lavoratori e sospensione del contratto integrativo.

Il confronto fra i sindacati e i rappresentanti del cda della Fondazione, e l’incontro a palazzo Tursi, ha portato ieri a una nuova strada per risolvere i gravi problemi del bilancio del teatro lirico genovese. L’alternativa a un altro anno di contratti di solidarietà è un taglio di 50 lavoratori ai 276 dipendenti, oltre alla sospensione del contratto aziendale. Ed è la strada che sceglie il sovrintendente Giovanni Pacor, riducendo così i costi del personale diversamente da quanto accadrebbe applicando un altro anno di contratti di solidarietà. 

In questo modo, tornando ad avere un numero di dipendenti pari a quello del “vecchio” Margherita, anche i finanziamenti del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) sarebbero adeguati. Se la strategia è quella di applicare pensionamenti e pre-pensionamenti il numero non arriva a 50. Altro problema dunque. Di fatto però il consiglio di amministrazione ha già approvato il bilancio del 2013 con un taglio di 3,8 milioni di euro per poter chiudere i conti in pareggio.
 
Il Comune, sul fronte della patrimonializzazione, conferma l’impegno ma non specifica quale immobile di prestigio intende vendere. Improbabile comunque la struttura del Modena. Oggi intanto nuovo incontro in cui il cda consegnerà un documento ai sindacati con le cifre del piano triennale e domani altra assemblea generale dei lavoratori per chiedere un mandati si come andare avanti.