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Non solo l’aumento dell’Iva, che scatterà automaticamente martedì e che già preoccupa consumatori ed esercenti, ma anche la seconda rata dell’Imu, che in mancanza di un decreto legge che trovi le risorse si dovrà pagare a dicembre: la crisi di governo rischia di avere effetti pesanti non solo sul fronte fiscale, ma anche su alcuni temi industriali legati alla Liguria.
 
In primo piano c’è il futuro di Ansaldo energia, con la possibile cessione del pacchetto di maggioranza della controllata Finmeccanica: Cigl, Cisl e Uil dovrebbero incontrare il ministro allo sviluppo economico Flavio Zanonato martedì alle 17, proprio mentre Enrico Letta sarà alla Camera per tentare di evitare la caduta del governo; non si ancora se l’incontro sarà confermato, certo è che l’interlocutore arriverebbe quantomeno azzoppato visto il futuro molto incerto dell’esecutivo.
 
Ansaldo, ma anche Ilva: la bozza di decreto approvata nei giorni scorsi prevedeva il commissariamento dell’azienda esteso alle società controllate; un modo per sbloccare la produzione dopo il sequestro ai Riva, con la possibilità di utilizzare beni, azioni e liquidità sotto sequestro preventivo; un altro scenario sul quale pesano le incertezze politiche.

E poi c’è la riforma dei porti, attesa da anni e sempre al palo. La fine dell’esecutivo rischia di rimandare ulteriormente la razionalizzazione degli scali auspicata dalle autority liguri, che sperano anche in un riconoscimento dell’autonomia fiscale che consenta gli investimenti programmati. Tutto questo senza considerare la Legge di stabilità, da presentare in Parlamento entro il 15 ottobre.

Enrico Letta aveva promesso un taglio del cuneo fiscale, cioè una riduzione delle tasse sul lavoro, ma con i decreti Imu e Iva in sospeso mancherebbe la copertura finanziaria, e anche questo provvedimento rischia di finire nel nulla.