economia

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Si guarda con interesse al Brasile per lo sviluppo dell’eolico (“perché oggi abbiamo una forte presenza in Italia, quindi dobbiamo muoverci fuori dai confini nazionali”, spiega Luca Bettonte, amministratore delegato del Gruppo Erg) ma anche l’attenzione verso un nuovo settore dove ampliare il portafoglio dei business: “Stiamo valutando le potenzialità offerte dalla termovalorizzazione dei rifiuti”, prosegue Bettonte.

Appuntamento a Vienna,  quattro dopo l'ultimo incontro con la stampa avvenuto a Berlino: Erg si racconta e “dopo 70 anni nessuno ci chiamerà più petrolieri, il gruppo continua a lavorare con lo stesso spirito, riuscendo ad adattarsi molto bene ai cambiamenti del settore”, racconta con un filo di emozione il presidente del Gruppo Edoardo Garrone. Perché dopo la cessione dell’ultimo 20% dello stabilimento di Priolo a Lukoil, oggi il futuro si chiama Power con una presenza fissa tra i soggetti protagonisti in Europa e un primato netto in Italia. “E dopo investimenti importanti in Italia, soprattutto in Sicilia, stiamo ragionando su altri scenari  nel resto del mondo e il Brasile può rappresentare un’opzione iinteressante”, aggiunge Alessandro Garrone, vice presidente esecutivo del Gruppo Erg. Che ha escluso un intervento della famiglia nel capitale di Carige: "Siamo un famiglia di industriali e facciamo investimenti per avere un ruolo predominate. Fare un investimento in un pool di imprenditori non è un tema che ci interessa"


Ma anche l’Europa Occidentale, in particolare la Spagna, viene valutata dopo gli interventi significativi in Bulgaria e Romania.   E poi il futuro a medio/lungo termine si chiama termovalorizzazione dei rifiuti. “Abbiamo il know how per poter operare in questo settore – continua Bettonte – ci stiamo ragionando per il futuro”.  Il primo passo sarà individuare siti già operativi dove poter aprire alleanze, il traguardo finale la costruzione di impianti ex novo