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Lancette indietro di un’ora nella notte, dalle 3 alle 2,  per il ripristino dell’ora solare, che ci accompagnerà fino a marzo 2014. Termina così, dopo 7 mesi l’ora legale, la variazione convenzionale dell’orario astronomico.

L’espediente dell’ora legale non fa che riprodurre un antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni. Il primo che pensò al meccanismo dello spostamento orario fu Benjamin Franklin che, già nel 1784, sotto consiglio del collega ed inventore francese Jacques Légal, pubblicò la sua idea sul quotidiano francese Journal de Paris tramite il saggio intitolato Un progetto economico per la riduzione del costo della Luce” del 26 aprile 1784. Le riflessioni di Franklin si basavano infatti sul principio del risparmio energetico, ma i tempi non erano maturi e le sue teorie non trovarono seguito.

Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willet, che trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. In tempo di guerra il risparmio energetico era divenuto una priorità e molti paesi imitarono l’esempio della Gran Bretagna. In Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta il 3 giugno del 1916.

In seguito, tra il 1940 e il 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda guerra mondiale, ed è solo dal 1996 che viene adottata definitivamente, mentre dal 1980 si applica a tutta la Comunità Europea.

L’idea di introdurre l’ora legale nasce dunque dal bisogno di ottimizzare l’uso della luce solare al fine di ottenere un risparmio nel consumo di energia (è stato infatti stimato che con l’ora legale, dal 2004 al 2007, l’Italia ha risparmiato complessivamente oltre 2,5 miliardi di kilowatt ora, pari a 300 milioni di euro.