
"Fatto salvo che chi paga il biglietto è libero di manifestare apertamente il proprio malumore e il proprio dissenso nei confronti dello spettacolo offerto sul campo, ci tengo a spiegare i motivi della mia reazione. Mi è dispiaciuto compiere un gesto simile e, se qualcuno si è sentito offeso, mi scuso. Ma devo ammettere che in un momento di difficoltà, mio e della squadra, anziché ricevere fischi, mi sarebbe piaciuto che tutto lo stadio ci avesse incitati e ci fosse rimasto vicino, proprio come hanno fatto e fanno sempre i ragazzi della Gradinata. Siamo una formazione giovane e abbiamo bisogno di incoraggiamento, non di mortificazioni. Ribadisco: chi viene a Marassi ha tutto il diritto di contestarci, ma che lo faccia a fine partita, durante non aiuta nessuno e, tanto meno, non aiuta la Sampdoria».
IL COMMENTO
Vivere con i poveri: il mandato di Papa Francesco alla Chiesa di oggi
Meloni, Salis, i commenti sessisti e il doppiopesismo della politica