cronaca

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Paolo Momigliano, ex presidente dell’Amiu di Genova, sempre più vicino alla presidenza di Fondazione Carige.


Secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe andato a buon fine il contatto avvenuto ieri fra il presidente della Camera di Commercio Paolo Odone e il sindaco di Genova, Marco Doria. Su questa base, quindi, Momigliano dovrebbe poter contare su una maggioranza sufficientemente ampia e trasversale – Momigliano è comunque un esponente del Pd e alle ultime primarie per la designazione del candidato primo cittadino appoggiò il sottosegretario alla Difesa Roberta Pinotti – per arrivare in porto. Al momento, tuttavia, in vista del consiglio di indirizzo in programma oggi, si può parlare solo di fumata grigia. Sono ancora in corso, infatti, limature e negoziati per stabilire il peso delle diverse rappresentanze in seno alla Fondazione e, in particolare, nel prossimo consiglio d’amministrazione. Fra l’altro, sembra che la Camera di Commercio stia chiedendo che dal futuro Cda dell’ente siano esclusi coloro che negli ultimi tre anni hanno ricoperto il ruolo di consigliere della banca o abbiano fatto parte del suo comitato esecutivo. Un segno di discontinuità, ma probabilmente anche uno sbarramento a possibili “riciclaggi” non graditi all’ente camerale.


Sulla possibile elezione di Momigliano già oggi, inoltre, incombe un rebus procedurale. Le dimissioni di Riccardo Guatelli, indirizzate genericamente alla Fondazione e non agli organi preposti, potrebbero risultare non valide e questo potrebbe richiedere lo slittamento di una settimana per formalizzare al meglio le dimissioni di Guatelli o, più probabilmente, per trovare un altro consigliere che le rassegni per consentire la cooptazione di Momigliano, passaggio propedeutico per la sua ascesa alla presidenza. In tal caso, però, potrebbe riaprirsi il valzer di quale componente debba fargli posto: quella lealista, cioè dei consiglieri che rimasero fedeli al deposto ex presidente Flavio Repetto, o quella dei rivoltosi, che ne hanno decretato la revoca? L’interrogativo non è di poco conto, considerando che Guatelli è uno scajolano di stretta osservanza e che l’operazione Momigliano al momento non avrebbe la benedizione dell’ex ministro Claudio Scajola. Il cui ruolo in tutta la vicenda è rimasto importante al di là del fatto che attualmente non rivesta alcun incarico pubblico.