cronaca

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Assolto l’ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola in merito alla vicenda della compravendita della casa al Colosseo.

Secondo il giudice il fatto non costituisce reato. 



E' stato prosciolto Diego Anemone per intervenuta prescrizione del reato sempre nell’ambito del processo sulla compravendita dell’immobile in via del Fagutale, vicino al Colosseo. In questo caso l’imprenditore era accusato di finanziamento illecito.

I pm Ilaria Calò e Roberto Felici avevano chiesto tre anni di condanna sia per Scajola che per Anemone e il pagamento di una maxi multa di due milioni di euro. Secondo l'accusa, infatti,  l'imprenditore avrebbe pagato, attraverso l'architetto Angelo Zampolini,  una parte, circa 1,1 milioni di euro su 1,7 milioni, della somma versata nel luglio del 2004 da Scajola per acquistare l'immobile e avrebbe poi dato centomila euro per i lavori di ristrutturazione dell'appartamento.


 La difesa riuscì a confutare la ricostruzione dei pubblici ministeri affermando in aula che "le prove documentali e testimoniali emerse durante il processo hanno rivelato la superficialità e l'inesattezza delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza".

''Ho sempre detto la verità. Questo processo non doveva neanche cominciare perché era tutto prescritto: la decisione del giudice di assolvermi assume ancora maggior valore", ha commentato l'ex ministro che dopo essere scoppiato in lacrime alla lettura della sentenza ha parlato  al telefono con Silvio Berlusconi appena saputo dell'assoluzione. La conversazione telefonica è avvenuta all'interno dell'aula di tribunale dove si è celebrato il processo.

"Ho passato  3 anni e 9 mesi di sofferenza che nessuno mi restituirà più. Mi sono dimesso da ministro perché mi sono reso conto che qualsiasi cosa dicessi per difendermi non risultava credibile, anche se era la verità. Ho preferito fermarmi e aspettare perché mi attaccavano da tutte le parti. Ora spero Ora spero che mi venga restituita la mia dignità politica. Ho sempre rispettato la magistratura" ha aggiunto Scajola, lasciando il tribunale  "ma, come scritto questa mattina in un sms a mia moglie, la verità prima o poi viene sempre fuori".

L’assoluzione dell’ex ministro riapre tutti i giochi politici nel centrodestra, anche in Liguria. Scajola è rimasto fedele a Berlusconi e ha aderito al ritorno di Forza Italia, ma superato lo scoglio giudiziario è scontato che si rigetti nell’agone politico. I suoi obiettivi restano certamente di profilo nazionale, ma nelle scorse settimane c’è stato anche chi, fra i suoi fedelissimi, confidando proprio nell’assoluzione ha ipotizzato che l’ex ministro possa aprire una nuova stagione politica alle prossime elezioni regionali del 2015 come candidato governatore ligure. A domanda diretta, Scajola risponde: “La Liguria è tornata a essere l’ultima ruota del carro delL’Italia, è ferma, è dimenticata e non cresce. Io candidato presidente della Regione? Ora non ne voglio parlare, voglio dedicarmi prima di tutto alla famiglia, anche se la politica è una malattia. Delle volte c’è anche lo spirito di rivincita, ma per adesso non ne voglio parlare”. Tentando un’esegesi del pensiero scajolano, dunque, bisogna osservare che con l’abilità appresa presso la scuola democristiana, la sua è prima di tutto una non risposta. Ma è anche vero che di fronte alla domanda, l’ex ministro non oppone un no secco, come invece avrebbe potuto e come ha fatto in passato. Insomma, sembra proprio che lasci una porta aperta all’eventualità di candidarsi a governatore ligure.