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"Una cosa è stare sul mercato, una cosa è una scelta politica. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via. Questo lo deve mettere in conto". Così Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Fs, risponde a chi gli chiedeva un commento sull'ipotesi che il governo Renzi riduca il tetto dello stipendio dei manager delle grandi partecipate pubbliche.

Lo stesso Moretti lascia intendere che se questa ipotesi si realizzasse potrebbe lasciare il gruppo ferroviario, che guida dal 2006: "Non c'è dubbio" ha risposto infatti a chi gli chiedeva se, davanti a una riduzione di stipendio, sarebbe tentato dal cercare un'altra occupazione.

Poche ore dopo, dal vertice Ue di Bruxelles, arriva la replica di Renzi: "Confermo l'intervento sugli stipendi dei dirigenti pubblici. Sono convinto che quando Moretti vedrà la ratio sarà d'accordo con me". "Per il momento credo vogliano tagliare gli stipendi dei super-manager dello Stato - ha spiegato ancora Moretti - io prendo 850mila euro l'anno e il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezza tanto. Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire, non dico alla tedesca e nemmeno all'italiana, un minimo per poter far sì che i manager bravi" rimangano ad operare là "dove ci sono imprese complicate e dove c'è del rischio ogni giorno da dover prendere".

Quanto alle Ferrovie il loro numero uno ha detto che i conti economici "sono migliorati rispetto al 2012", spiegando che la sua è un'impresa che "potrebbe valere dai 10 miliardi di euro e oltre".