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L'idea di recuperare lo storico silo Hennebique per trasferirvi Ingegneria mi pare interessante per almeno due motivi.

Il primo è la sinergia con diversi altri insediamenti universitari. Trasferendo Ingegneria a fianco del dipartimento di Economia, e nelle vicinanze dei altri dipartimenti della Scuola di Scienze Sociali (Giurisprudenza e Scienze Politiche) e di quelli della Scuola Umanistica (via Balbi) si potrebbe trasformare l'area nel "più bel campus del mondo", creato nel cuore medievale di una città storica anziché in periferia.
 
La seconda è l'accessibilità, cruciale per un insediamento che è un forte attrattore di traffico. A differenza degli Erzelli, raggiungibili per il momento solo in auto, il silo Hennebique dista pochi passi dalla stazione ferroviaria di Principe, dalle stazioni della Metro di Darsena e di Principe, e dalle fermate di numerose linee di autobus. Anche i collegamenti marittimi urbani e suburbani hanno trovato nelle vicinanze, quando sono stati attivati, il capolinea obbligato. Per la complementarietà di utilizzi e la felice accessibilità, una soluzione del genere potrebbe anche prestarsi all'apertura di nuove residenze universitarie, da sempre carenti per il nostro ateneo.

Sarebbe un'occasione di sviluppo da non perdere per quella zona del Centro Antico di Genova, dove, nonostante la resistenza quasi eroica e la tenacia di molti commercianti e piccoli imprenditori, le attività sono a continuo rischio chiusura, con le conseguenze in termini di degrado e abbandono, e di diffusione della criminalità. Un grande campus ben connesso "cambierebbe verso" al futuro del Centro storico, oggi più che mai a rischio.

Certo, questa prospettiva ne delinea un'altra ancora più allettante, alla quale si è colpevolmente deciso di rinunciare: quella che il centro storico stesso, tutto intero o quasi, diventasse il naturale parco scientifico e tecnologico di Genova e della Liguria: laboratori, aziende e servizi nel porto riconvertito, residenze, cultura e turismo nei carruggi.

Oggi - per amore di Genova - facciamo tutti il tifo per il successo della "scommessa" Erzelli, sperando che non si riveli un "azzardo". Ma qualche anno fa nulla avrebbe impedito di seguire questa affascinante strategia di rilancio della città storica, anziché perseguire nuove cementificazioni dagli esiti incerti, che ad oggi sono costate già molti milioni di contributi pubblici, e non hanno ancora portato a Genova un solo nuovo posto di lavoro.

Enrico Musso, Docente di Economia-universita di Genova