4.626 decessi per tumore in Val Bisagno dal 1998 al 2005. I dati sono quelli elaborati dall’Ist di Genova e sono contenuti nel ricorso presentato al Tar da alcuni comitati cittadini contro la previsione di un impianto di separazione “secco-umido” dei rifiuti a Volpara, frazione del quartiere genovese di Staglieno.
Il ricorso mette a confronto il numero di persone decedute per cancro ai polmoni tra il 1998 e il 2005 nel quartiere di Cornigliano, considerato da sempre il più inquinato della città, e quelle decedute nello stesso periodo e per la stessa causa nel quartiere di Staglieno. Da questo raffronto emerge che proprio il quartiere di Staglieno, con 172 decessi contro i 112 di Cornigliano, ha registrato una maggiore incidenza di tumori.
Il ricorso delinea le criticità ambientali presenti nella zona di Volpara. Si va dalle dieci fosse della stazione di compattamento dei rifiuti solidi urbani al deposito di rifiuti ‘amiantiferi’, dal fangodotto all’isola ecologica di Amiu, dall’inceneritore del cimitero di Staglieno all’autorimessa dell’Amt. Senza considerare il soprastante cavalcavia dell’Autostrada A12 e l’alto rischio idrogeologico dovuto alla vicinanza del torrente Bisagno. Tutti elementi che configurano “una situazione di grave inquinamento e degrado, già insostenibile da lungo tempo”, come si legge nel testo del ricorso.
La previsione dell’impianto è, per i cittadini ricorrenti, in contraddizione con le decisioni di politica urbanistica assunte in precedenza dal Comune. In particolare, il ricorso sottolinea come, sia il vigente Puc, sia quello in corso di approvazione, prevedano per l’area della Volpara una riconversione urbanistica, in termini di riduzione dell’impatto ambientale e di valorizzazione degli insediamenti urbani circostanti. Una soluzione diametralmente opposta, dunque, rispetto alla situazione che si delineerebbe con la realizzazione dell’impianto di separazione.
Il ricorso pone anche altre questioni. Tra queste, la mancanza di una Valutazione di Impatto Ambientale (Via), prevista per legge, e la lontananza del ‘biodigestitore’ dal quartiere Volpara, che comporterebbe problemi di trasferimento dei rifiuti all’interno della città.
Per ridurre l’inquinamento ambientale e per tutelare la loro salute, i cittadini chiedono quindi nel ricorso presentato al Tar della Liguria , “l’annullamento della delibera del Consiglio Comunale del 17 luglio 2014”, nella parte in cui si prevede “la realizzazione dell’impianto di separazione tra secco e umido dei rifiuti” a Volpara.
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Rifiuti, ricorso al Tar contro il nuovo impianto di Volpara
Per l'Ist "4.626 decessi per tumore in Val Bisagno in 7 anni"
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