cronaca

Sacco, direttore della discarica di Scarpino, davanti al gip
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''Ho sempre lavorato nell'interesse di Amiu, non ho mai cercato di favorire nessun altro''. E' quanto ha detto Carlo Sacco, direttore della discarica di Scarpino, nel corso dell'interrogatorio davanti al gip Roberta Bossi. Sacco è indagato nell'ambito dell'inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti per la raccolta dei rifiuti che due settimane fa ha portato all'arresto del funzionario Amiu Corrado Grondona e sei imprenditori liguri.

Sacco, assistito dall'avvocato Giuseppe Maggioni, ha risposto a tutte le domande, ha chiarito e precisato il suo ruolo nella vicenda. Per lui, e gli altri due funzionari dell'azienda municipalizzata, Massimo Bizzi e Roberto Ademio, i pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini hanno chiesto l'interdizione dai pubblici uffici per due mesi. Nei prossimi giorni, il gip deciderà se accogliere o meno la richiesta dell'accusa.

I tre sono indagati, a vario titolo, di abuso e omissioni. In mattinata, invece, i pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, interrogheranno Grondona. E' stato lo stesso ex funzionario Amiu a chiedere di essere sentito dagli inquirenti. 

Il tribunale del riesame di Genova ha concesso gli arresti domiciliari a Claudio Deiana, uno dei sei imprenditori arrestati due settimane fa nell'ambito dell'inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti per la gestione dei rifiuti che ha portato in carcere in tutto sette persone, tra cui il funzionario Amiu Corrado Grondona. I magistrati hanno invece respinto le richieste di attenuazione della misura cautelare per gli altri tre imprenditori, Stefano e Daniele Raschellà e Gino Mamone.

Per Deiana, la richiesta è stata accolta perché non gli sarebbe contestata l'associazione a delinquere (contesta invece agli altri sei) e per questo non ci sarebbero i presupposti per la detenzione in cella. Nelle prossime ore verrà discussa la richiesta di attenuazione della misura, sempre davanti al tribunale del riesame, per gli altri due imprenditori, Vincenzo e Luigi Mamone. I sette sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d'asta, omessa denuncia e falso ideologico.