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"Avviso inaspettato, grazie al Pd vado avanti"
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“Sono certissima di aver fatto tutto quello che dovevo fare”. Raffaella Paita ha deciso di andare avanti nonostante l'avviso di garanzia. In un intervista ai micorfoni di Primocanale spiega le ragioni di questa scelta. “Ho assolutamente rimesso al mio partito la possibilità di ragionare in ogni direzione. Ho sentito un grande sostegno da parte del partito, tutti i circoli e i segretari di federazione si sono espressi, e naturalmente anche dal partito nazionale”, afferma la candidata Pd alla presidenza della Regione Liguria, che traccia i contorni della vicenda giudiziaria che l’ha coinvolta. “Mi pare che sia ben chiara la particolarità di questa vicenda, nel senso che mi viene contestato di non aver dato l'allerta: io non la potevo dare l'allerta, non è una prerogativa dei politici ma è una prerogativa tecnica. Quindi credo che, anche in ragione delle motivazioni, ci sia stata una forte coesione nei miei confronti che ho naturalmente apprezzato e mi ha anche spronato ad andare avanti”.

L’assessore regionale alla Protezione civile afferma di non aver mai pensato nei mesi scorsi che potesse essere recapitato un avviso di garanzia per la mancata allerta durante l’alluvione dello scorso ottobre. “Francamente ero convinta che questo aspetto, la divisione tra ruolo tecnico e ruolo politico, fosse emerso bene nel corso delle verifiche che erano state fatte, e quindi tutto sommato non prevedevo questa eventualità. Evidentemente non è stato così chiaro, e quindi mi offre l'occasione per poter richiarire la differenza e la netta separazione dei due ruoli”, dice Paita. “Considero l'avviso di garanzia quello che è realmente, cioè una cosa fatta proprio a garanzia della persona che viene coinvolta di poter chiarire la propria posizione, e così farò”.

La candidata Pd commenta anche le parole del Cardinale Angelo Bagnasco, che nelle scorse ore ha parlato in qualche modo di giustizia a orologeria. “Non giudico né gli atti della magistratura né le parole della chiesa, rimango nel mio ruolo. Ho detto subito che avrei collaborato assolutamente con tutte le verifiche che deve fare la magistratura, e anzi voglio essere nella condizione di poterlo fare al più presto, perché penso che questa vicenda si potrebbe chiarire anche con una grande velocità”, dichiara Paita. “Il mio auspicio è quello di poter essere messa nella posizione di chiarire questo fatto abbastanza semplice, che un'allerta è necessariamente prerogativa dei tecnici che valutano, sia dal punto di vista meteorologico che idrogeologico, una situazione, e che sarebbe grave se in questo paese fossero i politici a sostituirsi a delle materie che, ripeto, hanno una matrice prettamente tecnica”.

Nell’intervista a Primocanale, l’assessore regionale alla Protezione civile torna sui tragici fatti dell’alluvione dello scorso ottobre. “In quei giorni sono stata sempre molto operativa, sono stata in sala protezione civile tutta la notte, ho fatto del mio meglio per cercare di dare il mio contributo. Se, in qualche modo, ci sono stati anche dal punto di vista organizzativo dei miglioramenti, li ho portati avanti io, perché in questi mesi ho lavorato moltissimo. Non dimentichiamo che io avevo quella delega da 2 mesi”, rimarca Paita, che respinge le accuse di essersi nascosta nei giorni dell’alluvione. “Non mi sono per niente nascosta, sono stata in tutti i comuni che avevano bisogno, ho garantito la mia presenza, ho partecipato a conferenze stampa e voi c'eravate, quindi avete potuto anche verificare che ero lì... ho fatto del mio meglio, ecco. naturalmente si può sempre migliorare nella vita, ma io ho fatto del mio meglio. penso nella mia vicenda politica di poter essere accusata di tutto, ma non di essere una persona che si nasconde e che non dà tutta sè stessa”.

Raffaella Paita ribadisce che se anche l’avviso di garanzia fosse arrivato prima, non sarebbero cambiate nulla per quanto riguarda la sua candidatura “per le motivazioni dell'avviso di garanzia, che partono da un presupposto che è quello appunto di una competenza che non è politica ma tecnica, quindi non sarebbe cambiato il mio atteggiamento, anche perchè io sono certissima e sicurissima di aver fatto tutto quello che dovevo fare e di essermi comportata con minuziosità e con grande senso delle istituzioni. Questo è il mio convincimento, e sono sicura di poterlo dimostrare fino in fondo”, afferma la candidata Pd.

Un avviso di garanzia che inevitabilmente inciderà sulla campagna elettorale. Tuttavia Raffaella Paita non si mostra per nulla preoccupata. “Non sono una persona che tende troppo ad avere paura, penso che questa campagna alla fine si giocherà sui temi e sui contenuti come sempre. si giocherà su quello, i cittadini vogliono sapere se si è fatto qualcosa. C’è una parte politica, quella del Pd che io rappresento, ha cercato di sbloccare la situazione e c'è anche riuscita. Altri fanno dei gran discorsi ma hanno portato pochissimi risultati”, attacca Paita.

Chiosa finale su chi tema di più tra Alice Salvatore del Movimento 5 Stelle e Giovanni Toti di Forza Italia. “Non trovo particolarmente insidiosi né gli uni né gli altri. Toti non l'ho ancora sentito nei dibattiti, è sempre lì che scappa e non si riesce a inchiodarlo, mi sa che si deve ripassare ancora i temi della Liguria. La rappresentante del M5s l'ho ascoltata nei dibattiti e mi sembra che non abbia le caratteristiche per poter svolgere questo ruolo, perché non conosce i temi di questo territorio, perché è molto debole nella proposta, e poi mi ricordo com'è stato mandato via Grillo quando ha tentato di venire a speculare sui temi dell'alluvione”, attacca Paita. “Alla fine i genovesi e i liguri possono essere anche impressionati da un'azione propagandistica, ma rispondono sempre col loro grande senso di pragmatismo e con la volontà di dare una soluzione seria ai problemi. E sui contenuti non c'è partita”.