Via libera della Camera all'attuazione dell'autonomia della scuola. L'Aula ha approvato in queste ore l'articolo 1 del provvedimento, ma le votazioni proseguiranno per l'intera giornata e riprenderanno lunedì. 750 in tutto gli emendamenti presentati, in attesa del voto finale di mercoledì.
Intanto, dopo il video a difesa della "Buona Scuola", il premier Matteo Renzi è tornato a parlare della riforma. "Discutiamo nel merito. Se il Parlamento vuole rinviare è sovrano, ma ora è tempo di decidere". E aggiunge: "Dopo 7.417 lettere dai prof, il mio atteggiamento è diverso. Ma è impossibile stralciare le assunzioni dal ddl". Per Renzi, è "prematuro parlare di precettazioni per eventuali blocchi degli scrutini". Intanto la Cei scende in campo e chiede di "evitare il muro contro muro".
In concomitanza con l'esame, alle 16 al Pantheon i sindacati hanno organizzato una assemblea aperta alla quale hanno invitato tutti i parlamentari e che vedrà la partecipazione di esponenti della sinistra Dem. Ieri il Garante degli scioperi ha bocciato come 'illegittima' una eventuale protesta che preveda il blocco degli scrutini paventando anche l'ipotesi di precettazioni. Ipotesi che, però, il premier Renzi bolla come "prematura".
Parlamento può scegliere rinviare ma no a stralcio assunzioni - "Sono partito da settembre - ha detto Renzi - con la campagna di ascolto: vogliamo rinviare ancora, sprecare il tempo? Per carità, il Parlamento è sovrano. Ma questa non è la legge elettorale: non dico prendere o lasciare, ragioniamo sul futuro dei figli". Fare subito le assunzioni stralciandole dal ddl scuola "è impossibile. Assumiamo con un modello di scuola diverso: non esiste che dal ddl prendo le assunzioni e non cambio il modello scuola, perché" diventerebbe "un grande ammortizzatore sociale" per i precari. "Ci saranno centosessantamila assunzioni tra questo e il prossimo anno: è una cifra enorme. Per gli altri precari non ci può essere altra procedura che quella concorsuale. Prendo un impegno per il futuro: si entrerà solo per concorso".
Ricevute 7.417 lettere da prof, discutiamo con serenità nel merito - "Sono molto contento della discussione sulla scuola perché dopo anni e anni di chiacchiere finalmente entriamo nel merito di quella che è la principale sfida del Paese, perché l'Italia dei prossimi 20 anni sarà capace o incapace di vincere le sfide sulla base del lavoro sulla scuola". Lo dice il premier Matteo Renzi a Radio Anch'io. "Più parliamo con serenità e tranquillità nel merito della riforma, più abbiamo da guadagnare. Finalmente si mette al centro la suola". "Ho ricevuto 7417 lettere - ha spiegato - in due giorni da professori: la mia impressione è che ascoltando ci sia un diverso atteggiamento da parte delle persone. Io dico per primo che dovevamo spiegarla meglio la riforma, discutere meglio, ma è un fatto positivo che si possa discutere sulla scuola, prima non ne parlava mai nessuno"."Per la prima volta - ha detto il premier - ci sono più soldi per la scuola, certo vogliamo darli non in modo indiscriminato. Nessuno tocca gli stipendi di oggi ma se ci sono soldi in più, premiamo di più chi è stato più bravo". "Chi l'aveva fatto prima? Nessuno", aggiunge. "Dire 'non voglio la valutazione degli insegnanti' è una posizione politica rispettabile: per anni il sei politico è stato un fatto culturale. Io credo che sia un errore, ma discutiamone".
Prematuro parlare di precettazioni - La precettazione in caso di sciopero degli scrutini - ha detto Renzi - è "un tema abbastanza prematuro: è una questione tecnica, se ne parla più in là". "Credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scrutini".
Cei in campo - C'è "un tentativo di confronto" sulla riforma della scuola, "spero che non ci sia il muro contro muro". Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, sottolineando che "il problema è che si sta guardando alla scuola da tante prospettive ma poco da quella degli unici protagonisti, i ragazzi".
politica
Ddl Scuola, passa l'articolo 1. Renzi: "Discutiamo, ma poi si decide"
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