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La sporcizia piega le velleità della kermesse
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Eccoli lì, appoggiati contro il muretto basso e la recinzione metallica che delimita esternamente la pertinenza del Cup, locali di proprietà Asl 5. A presidiare la lunga fila di bidoni riservati alla raccolta differenziata, ecco un vecchio materasso macchiato dal tempo e dall'uso, un ventilatore guasto con tanto di piantana e qualche altra masserizia, tutto abbandonato li, a terra, da almeno una settimana, sotto i portici di piazza Caduti per la Libertà. A meno di cento metri in linea d'aria dall'ospedale civile spezzino Sant'Andrea e a quattrocento circa dal terminal crociere, dove a migliaia sbarcano ogni settimana i turisti dalle grandi navi passeggeri delle principali compagnie di navigazione. È il tutto nella settimana della Festa della Marineria, 4a edizione, la biennale dedicata alla cultura del mare che punta a replicare il traguardo dei 200mila visitatori nei quattro giorni di rassegna.

Ma la città, nel suo colpo d'occhio globale, non asseconda affatto le ambizioni sfoderate in pompa magna da Autorità Portuale è Comune della Spezia, detentori e organizzatori del progetto Marineria. Progetto e realizzazioni che costano ogni due anni un bel po' di soldini ma la cui 'grandeur', ispirata al modello marsigliese ed adeguatamente inalberata, cozza in modo inevitabile con l'immagine di una città sporca, inadeguata, punteggiata dagli ormai 'soliti' sacchetti di spazzatura sventrati da gabbiani e piccioni quando non da topi o, appunto, dagli ingombranti abbandonati in strada che tutti, spostandosi appena dal l'epicentro dei luoghi deputati alla manifestazione, possono passeggiando 'ammirare' qua e là.

Una città turistica, o che ha l'ambizione a divenire tale, non può certo permettersi soluzioni tipo nascondere la polvere sotto il tappeto. Chi può deve, viceversa, compiere il massimo sforzo per dotarla di servizi essenziali che possano far fronte anch e all'incuria degli stessi cittadini quando, per l'appunto, scaricano materassi sul marciapiede o sacchi dell'immondizia dove non dovrebbero. Perché il grado dì civiltà di questi ultimi è sicuramente censurabile e sanzionabile, ma amministratori e istituzioni locali hanno il dovere di fare l'impossibile per garantire il decoro di una città che si appresta ad accogliere, come già fa da tempo, migliaia di turisti e visitatori. Così come a tutela degli abitanti, che hanno il diritto di vivere in una città pulita.

Solo a queste condizioni le kermesse, gli eventi, le manifestazioni e tutto ciò che attira pubblico hanno un senso. Altrimenti entrano in chiara discrasia etica e sociale con lo sconfortante biglietto da visita dei luoghi che li ospitano.’