E’ un vero e proprio terremoto quello che sta scuotendo la sede di Confindustria La Spezia in Via don Minzoni: per la prima volta nella sua storia, si appresta a completare l’iter per l’elezione del nuovo Presidente, con la forte incertezza sul via libera dell’assemblea al Presidente designato, Alessandro Laghezza. Quella che è sempre stata una formalità dopo il voto della giunta è oggi, a due giorni dal voto, una situazione di grande incertezza dove le divisioni e gli scontri coinvolgono il mondo dell’impresa, ma anche la politica. Entrambi spaccati sul nome di Laghezza.
Ieri la denuncia del presidente designato: “Ci sono pressioni e minacce per fermarmi, da parte dei poteri forti che risiedono in Via del Molo”. Messaggio diretto al presidente del Porto Forcieri e ai vertici di Termomeccanica. Oggi le parole forti proprio del presidente di Termomeccanica, Enso Papi, che respinge le accuse e capovolge le critiche: “Mi dicono che in questi giorni è sostenuto da forti interventi politici, in particolare del presidente regionale. Io non ho niente contro Toti, anzi lo stimo. Però non credo che una candidatura possa essere sostenuta da poteri forti della politica. E’ un inquinamento della autonomia di Confindustria”.
E alla considerazione che pure Laghezza accusa i poteri forti di inquinare il voto e fare pressioni contro di lui, Papi replica: “Non è il gioco delle parti. I poteri forti sono quelli che condizionano la politica, mi sembra che lui la stia condizionando molto di più di quanto stanno facendo quelli che risiedono in Via del Molo”.
Papi e altre grandi imprese spezzine sono pronte a votare contro al Presidente designato di Confindustria: “Credo che sia un problema di coerenza. Ci sono aziende fra le quali Termomeccanica che non hanno fatto nessun mistero di avere supportato la candidatura espressa da Fincantieri (Alberto Maestrini, della divisione navi militari ndr), ritenendo questa candidatura utile sia per Confindustria che per la città. Un coinvolgimento maggiore di Fincantieri con un personaggio che conosco e stimo potrebbe essere utile anche per i disegni di sviluppo della Spezia.” E sembra escludere la ricomposizione: “Quanto sta avvenendo mi suggerisce che non sia facile ricomporre i consensi che non hanno visto in molti ritenere Laghezza il candidato migliore, difficile ricomporli ora”.
Se il voto ponderato dell’assemblea di venerdì 11 dovesse far saltare la candidatura di Laghezza, l’iter per l’elezione del nuovo presidente ripartirebbe da zero. Con Laghezza fuori dai giochi, ma anche lo stesso Maestrini destinato a non ripresentarsi. Sarebbe necessario trovare una figura capace di ricomporre uno scontro di enormi proporzioni. Impresa non facile. Anche perché la politica si è messa pesantemente in moto, dividendosi al suo interno, a cominciare dal Partito Democratico che ancora una volta è spaccato nelle sue figure rappresentative delle istituzioni cittadine: il sindaco Federici a sostegno di Laghezza, e Forcieri contro. Con la sensazione che dietro a queste spinte ci sia una contrapposizione sempre più marcata tra le anime del partito che governa la Spezia.
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La Spezia, è guerra in Confindustria. Il siluro di Papi: “Voto inquinato”
Attacco a Laghezza: “si fa sostenere da Toti, ricomposizione difficile”
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