cronaca

Gip conferma i domiciliari: "C'è il pericolo di reiterazione del reato"
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Emergono nuovi particolari relativi al caso dell'insegnante genovese di 60 anni arrestato dalla Polizia per violenza sessuale aggravata. Secondo quanto ricostruito in queste ore, non è la prima volta che il docente finisce nei guai per questo tipo di reato. L'uomo da anni è 'chiacchierato' e nel 2003 venne indagato a seguito della denuncia di una studentessa. L'indagine si arenò e finì nel nulla per mancanza di indizi e per alcuni intoppi negli accertamenti che fecero cadere in prescrizione i capi di accusa.

Il professore, conosciuto anche perché attivo in una società sportiva, ha alle spalle un matrimonio fallito pare proprio per la sua passione per le ragazzine. L'uomo, secondo gli investigatori, dedicava attenzioni ad allieve meno appariscenti e più fragili caratterialmente. La ragazzina che lo ha fatto finire agli arresti domiciliari ha però trovato il coraggio di raccontare tutto ai suoi genitori e far partire l'inchiesta.

Secondo le indagini, il professore avrebbe compiuto gli abusi in una sola occasione verso la allieva, che ai tempi del fatto aveva 11 anni (e non 14 come scritto precedentemente). Durante l'indagine il professore, che ha continuato a insegnare, è stato tenuto d'occhio da colleghi e dirigente scolastico. Il docente avrebbe percepito qualcosa tanto che nei giorni scorsi è stato sentito gridare "Ma perchè ce l'hanno tutti con me?".

La studentessa palpeggiata dal professore dopo quell'episodio non voleva andare a scuola. I genitori si sono insospettiti dal comportamento della figlia e le hanno chiesto il motivo del suo malessere. La ragazzina allora si è messa a piangere e ha raccontato tutto: "Il professore nella ricreazione, quando non c'era nessuno, mi ha sorpreso alle spalle e mi toccata". Da qui è scattata la denuncia. La studentessa prima di allora aveva svelato il suo segreto solo a due amiche, una è una compagna di classe.

Intanto il gip Ferdinando Baldini ha confermato gli arresti domiciliari nella sua ordinanza di custodia cautelare. "L'uomo - scrive il magistrato - potrebbe commettere di nuovo il reato visto il suo ruolo e visto anche che vi sarebbe un precedente simile".

"SONO INNOCENTE" - Poche parole per dirsi innocente, poi si è chiuso nel silenzio più assoluto. "Sono innocente, sono stupito dall'accusa che mi viene mossa e non ricordo l'episodio", avrebbe detto al suo legale, l'avvocato Maurizio Barabino. Gli investigatori della Squadra mobile, durante la perquisizione svolta nell'appartamento dell'uomo hanno sequestrato il computer e lo smartphone. Al momento dell'arresto nella casa c'era la compagna dell'indagato, anche lei insegnante.