La crisi continua a flagellare l’economia locale, ma purtroppo a Genova chi governa sembra non accorgersene. "Imprese di costruzione e lavoratori genovesi (persino quelli svantaggiati) poco tutelati nelle procedure di gara gestite dagli uffici comunali rispetto agli operatori di altri territori". L'associazione che tutela i costruttori lancia un grido d'allarme per la categoria.
Secondo Filippo Delle Piane, presidente Ance Genova, “le amministrazioni pubbliche, e a Genova, in particolare, l’amministrazione civica, non si rendono conto della gravità della situazione in cui versano le imprese genovesi, anzi, sembrano fare di tutto per estrometterle dal mercato locale degli appalti pubblici. Nel resto del Paese si registra una forte tutela nei confronti delle imprese locali; a Genova, paradossalmente, chi non è genovese sembra quasi essere avvantaggiato”.
Delle Piane è un fiume in piena. E sul capitolo degli appalti ha molto da sottolineare. "Nonostante le promesse e gli impegni assunti ormai da tempo dai rappresentanti dell’amministrazione comunale, le procedure che vengono di norma applicate per l’affidamento degli appalti non tengono in alcuna considerazione l’obiettivo di sostenere l’imprenditoria locale. Anzi: anche per gli appalti per i quali sarebbe possibile, non vengono adottate le procedure semplificate, ma quelle aperte alle quali partecipa un numero elevatissimo di aziende provenienti da tutto il territorio nazionale che spesso risultano aggiudicatarie dei lavori e che ben si guardano dal procedere all’assunzione e all’impiego di manodopera locale”.
Dai lavori relativi al fiume Bisagno, secondo Delle Piane, arriva l'esempio più chiaro di come la giunta Doria "non tuteli l’impiego di lavoratori genovesi. Il bando per il terzo lotto, che secondo l’ufficio gare del Comune consentirebbe (contrariamente a quanto la stessa Regione vorrebbe) di soddisfare il requisito dell’impiego di lavoratori svantaggiati anche assumendoli fuori Liguria. A ciò si deve aggiungere che quando il Comune di Genova ricorre al sistema delle procedure negoziate e semplificate lo fa attuando criteri di rotazione nella predisposizione degli inviti assolutamente illogici, anzi addirittura assurdi e tali da escludere le aziende del territorio genovese a favore delle imprese operanti in altri territori".
Nelle regioni confinanti con la Liguria, il sistema invece prevede "commesse relative ai lavori pubblici con gare a invito, rivolte, nella sostanza, all’imprenditoria locale", precisa Delle Piane, "con la conseguenza che le nostre imprese hanno sostanziali e oggettive difficoltà ad operare al di fuori del contesto territoriale di riferimento, mentre le loro concorrenti hanno pressoché libero accesso agli appalti affidati dal Comune di Genova.
Il presidente di Ance Genova mette nel mirino anche il ricorso al criterio di aggiudicazione basato sul sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa. “Siamo pronti a denunciare all’Autorità Nazionale Anti Corruzione l’abuso del criterio dell’Oepv (offerta economica più vantaggiosa) spesso utilizzato, per ottenere come sconto, in maniera del tutto illegittima, l’esecuzione di lavorazioni necessarie. Un uso improprio di tale sistema che, secondo il nuovo Codice Appalti di prossima attuazione, costituirà il criterio principale per giungere all’aggiudicazione dei contratti pubblici, rischia di compromettere in maniera severa il sistema degli appalti”, conclude Delle Piane
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Edilizia, grido d'allarme dell'Ance: "Genova penalizza i genovesi"
"Pronti a ricorrere all'Autorità Nazionale Anti Corruzione"
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