
Una presa di posizione che non è andata giù al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che ha risposto al primo cittadino affermando che "l'opera non solo è importante, ma è necessaria". Il governatore ha spiegato che esiste "un percorso preciso" e che "l'inizio dei lavori, dopo il superamento degli ultimi iter burocratici, deve decollare entro il 2017". Insomma, un modo molto da #ilventoècambiato di dire a Doria di mettersi l'anima in pace.
Con le sue dichiarazioni il sindaco di Genova è riuscito persino nell'impresa di mettere d'accordo maggioranza e opposizione regionale. Raffaella Paita ha affermato infatti che la Gronda "serviva cinque anni fa, serve oggi e servirà per il futuro della città. Non possiamo rinunciare a un'opera così importante per la crescita di Genova e la Liguria". La capogruppo del Pd è entrata inoltre nel merito di una delle questioni più spinose che riguardano l'opera: ossia la proroga chiesta della propria concessione chiesta da Autostrade per iniziare i lavori. "La Gronda non deve essere barattata con l'aumento delle concessioni autostradali. È un nostro diritto", ha detto la Paita, accodandosi alla battaglia che il senatore ligure Maurizio Rossi porta avanti da molto tempo.
Le dichiarazioni di Doria non convincono neppure chi la Gronda non la vorrebbe. È il caso del Movimento 5 Stelle, che con la portavoce in Regione Alice Salvatore ha dato un giudizio severo del comportamento tenuto in questi anni dal primo cittadino genovese sul tema. "Nel 2012 Doria era stato eletto a Tursi grazie anche ai voti dei contrari alla Gronda, salvo tradirli platealmente votando poi a favore dell'opera", ha ricordato la Salvatore. "Oggi arriva, come un fulmine a ciel sereno, l'improvvisa quanto tardiva retromarcia, agli sgoccioli di un mandato fallimentare. Caro Doria, ora è troppo tardi".
IL COMMENTO
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