RIMPIANTI - “Non ho ancora realizzato. Per me Genova è ancora casa mia. Questi giorni sono un po’ particolari. E’ finito tutto nella stagione in cui meno pensavo che dovesse finire. Ci si lascia comunque con la sensazione di aver fatto il proprio dovere. E’ stata la stagione più difficile. Non aver potuto giocare le coppe ha portato una serie di nervosismi ma la squadra ha saputo reggere tutto.Rimpianti? Da una parte la soddisfazione dall’altra il rimpianto guardando i giocatori passati da Genova. Si sarebbe potuto arrivare più in alto. Ma il rimpianto più grande rimane la partita contro l'Alessandria. Volevamo giocarci tutto e arrivare più avanti possibile. E’ stata una partita anche stregata ma assurda. Giocata male. Mai come quest’anno è stata una delusione. Non è stata persa con superficialità. Ma ha fatto davvero male.
PREZIOSI - Io devo molto a Preziosi indubbiamente. Come lui deve molto a me. Mi ha portato qui dopo che il Genoa aveva comunque vinto un campionato di Serie C. A lui piaceva il mio tipo di calcio. Anche quest’anno abbiamo perso molte partite ma ne abbiamo vinte tante. Lo dicevo sempre ai miei giocatori, bisogna sempre giocare per vincere. A un certo punto il presidente ha preferito così. Ha intuito magari che il prossimo anno sarebbe stato più difficile. Non abbiamo mai avuto grossi problemi tra di noi. Forse qualcosa in qualche situazione come dopo contro il Chievo nel girone di ritorno. Ma grossi screzi no. Ruolo da manager? In Italia non è possibile.
TIFOSI - “Ho sempre cercato di difendere i giocatori. I giocatori del genoa finché hanno la maglia del genoa vanno tutelati. La forza del Genoa è la gente e l’ambiente. Se ci si compatta e si fa qualunque cosa. Chi viene a giocare qua ha la sensazione di giocare non contro una squadra ma contro una piazza. Lascio un amnbiete tutto schierato insieme. Il Genoa è una realtà forte. Credo che Preziosi quest’anno non essendoci io sarà più motivato ancora per fare bene. Con lui rimarrà sempre un affetto reciproco”.
Poi l'emozione prende il sopravvento. E Gasperini chiude così: “Rimarrò sempre genovese. Questa è casa mia. Cambierò vita, cambierò modo di fare ma certi legami rimangono”.
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