cronaca

Mondello racconta la sua versione. Domani l'interrogatorio per i 5 presunti boss
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Sono iniziati gli interrogatori di garanzia del sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, del consigliere comunale Massimo Talerico e dell'ex parlamentare Gabriella Mondello, arrestati nell'ambito dell'indagine sulle infiltrazioni della 'ndrangheta a Lavagna. Sono tutti e tre agli arresti domiciliari da lunedì con l'accusa di avere ottenuto voti e favori in cambio di concessioni irregolari per la gestione dei rifiuti e dei chioschi sul lungomare.

Sanguineti e Talerico si sono avvalsi della facoltà di non rispondere mentre Gabriella Mondello ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari, Carla Pastorini. 

L'ex parlamentare ha respinto tutte le accuse. "Non ho mai fatto riunioni a tavolino per favorire nessuno in cambio di voti", ha detto. E l'appoggio al sindaco Giuseppe Sanguineti venne deciso perché era "una brava persona". Anche Paolo Nucera, uno dei presunti boss arrestati lunedì, secondo la Mondello "era considerato da tutti un gran lavoratore, con qualche precedente ma nulla di grave come quanto gli viene contestato in questi giorni". Al telefono, ha detto l'ex parlamentare, "sono sempre stata riservata, non parlavo mai molto, ma non perché avessi nulla da nascondere".

"Io ho sempre aiutato tutti - ha continuato Mondello - ma ho sempre cercato soluzioni amministrative, secondo le norme, per risolvere i problemi come per gli ombrellonai. Il mio era un ruolo da chioccia, aiutavo tutti, anche per questo ho parlato con Massimo Talerico (consigliere comunale anche'egli agli arresti domiciliari ndr) per spiegargli l'importanza delle deleghe che aveva avuto. Il mio errore è stato quello di schierarmi coi più deboli, con chi aveva difficoltà economiche. E gli ombrellonai erano in difficoltà, per questo cercavo una soluzione, ma legale, per loro".

"Adesso posso finalmente riposarmi, mi posso togliere di mezzo. Nel mio ufficio - ha detto davanti al gip l'ex parlamentare - continuano a bussare alla porta per chiedermi favori. Adesso potrò dire che non posso aiutare nessuno".

Secondo quanto ha riferito la Mondello, poi, l'appoggio elettorale dato a Giuseppe Sanguineti non era solo legato alle sue capacità politiche, ma era stata anche una sorta di ripicca personale. Nel 2009 Mondello si era candidata sindaco, per lo schieramento del centrodestra, con la lista civica "La città di tutti". Si era però messo di traverso Santino Nucera (cugino dei fratelli Nucera arrestati lunedì, e finito nelle informative dei carabinieri del Ros dell'indagine Maglio 3 ma mai indagato), che si era candidato con una lista fuoriuscita dal centrodestra.

"Per quella candidatura - ha detto Mondello al gip - persi le elezioni perché così Nucera mi fece mancare i voti necessari. Nel 2014 si era candidato a sindaco Mario Maggi che sapevo essere appoggiata da Santino Nucera. Così, visto quello che era successo cinque anni prima, appoggiare Sanguineti era un modo per 'vendicarmi'. E poi Santino sapevo che era un personaggio losco".

Per appoggiare Sanguineti, la Mondello chiede appoggio anche a Paolo Nucera (arrestato lunedì insieme ai fratelli Antonio e Francesco, tutti difesi dall'avvocato Claudio Zadra). "Di lui si diceva che fosse un gran lavoratore, con qualche precedente. Paolo era più un personaggio pittoresco nell'opinione di tutti, ma non sapevo altro sul suo conto".

Domani invece verranno interrogati i cinque presunti boss del clan Rodà-Casile Paolo, Antonio e Francesco Nucera e Francesco Antonio e Antonio Rodà.