La Cydalima perspectalis, nota anche come farfallina o piralide del bosso (di cui è ghiotta), è stata trovata in Val Graveglia da tecnici Arpal impegnati in attività di rilevamenti cartografici.
Segnalato precedentemente dalla Guardia Forestale in alcune zone dello spezzino, questo lepidottero è una specie aliena invasiva, che ha già infestato ettari di vegetazione con milioni di esemplari.
Allo stato larvale è un bruco lungo qualche centimetro, con peli fortunatamente non urticanti, che produce filamenti setosi; segue la formazione della crisalide, inizialmente verdastra; quindi lo sviluppo adulto in forma di farafalla, con apertura alare di 4-5 centimetri.
Nonostante le dimensioni contenute, il gran numero di esemplari sta minacciando il bosso in alcune zone del levante ligure: le piante defogliate seccano rapidamente, favorendo, fra l’altro, la propagazione di incendi.
«Solo la conoscenza del territorio permette una sua gestione ottimale e non sull’onda di questa o quell’emozione - ha detto Giacomo Giampedrone, assessore regionale - Nello specifico, ho dato mandato ad Arpal e ai miei uffici di verificare presso altre regioni del Sud Europa come stanno affrontando questa problematica. Mi risulta ci sia la possibilità di finanziamenti dedicati per la tutela degli habitat anche da questo tipo di impatti, e ci attiveremo, appena acquisiti tutti gli elementi necessari, per ottenerli».
«Abbiamo provveduto ad inserire la segnalazione della Cydalima dentro Libioss - spiega Valter Raineri, referente Arpal per la biodiversità - l’Osservatorio ligure sulla biodiversità consultabile dal nostro sito, che conta 130.000 record georeferenziati, con 191 funghi, 1249 piante e 1541 animali. Questo lepidottero è una delle 391 specie aliene che vi si possono trovare, non ha antagonisti naturali, e si diffonde rapidamente, dal momento che si riproduce diverse volte l’anno. L’aspetto delicato della vicenda è che il bosso, suo alimento, rappresenta un “Habitat Natura 2000” ossia uno di quegli habitat di cui l’Unione Europea tiene periodicamente controllata l’estensione e lo stato di salute. La Cydalima, se non opportunamente contrastata, può seriamente minacciarlo».
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