
I giudici, in motivazione, hanno sottolineato tra l'altro la "fattiva attività di volontariato svolta per tutelare la salute dei migranti" e "un quadro soggettivo assai distante dal paradigma del soggetto socialmente pericoloso". La studentessa era stata identificata dai carabinieri a Ventimiglia a bordo di un'auto, come no borders a sostegno dei manifestanti, "con l'intenzione di raggiungere la manifestazione non autorizzata composta da migranti". La ricorrente, si legge nella sentenza del Tar "era già stata denunciata per il reato di invasione di edifici".
Per questi motivi la questura di Imperia l'aveva dichiarata "pericolosa per l'ordine e la sicurezza pubblica". Da qui il provvedimento del foglio di via, ora annullato dal Tar della Liguria, che ha ritenuto illegittimo anche il provvedimento della questura con cui era stata rigettata l'istanza di autorizzazione al rientro in Ventimiglia per lo svolgimento di attività lavorativa. Il Tar ha condannato il ministero dell'Interno al pagamento delle spese di giudizio (800 euro).
IL COMMENTO
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