"Conosco molto bene Dennis Morson, è sempre stato il nostro referente ogni volta che lavoravamo in Libia. Sicuramente c'è una responsabilità della società nell'averci fatto cambiare improvvisamente itinerario e modalità di trasporto dalla Tunisia alla Libia".
Lo ha detto Gino Pollicardo, il dipendente della Bonatti di Parma rapito in Libia nel luglio 2015 con altri suoi tre colleghi - due dei quali morti - commentando la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Dennis Morson, responsabile della logistica in Libia per conto della Bonatti.
"Dovevamo pernottare a Djerba e poi proseguire via mare verso Mellita - ha detto ancora Pollicardo -. Solo quando eravamo arrivati a Malta ci è stato reso noto il cambio di programma, dicendoci che sarebbe venuto un autista. Era solo e senza scorta. Evidentemente qualcuno ha sottovalutato la situazione".
Pollicardo, residente a Monterosso (La Spezia), è sopravvissuto insieme al collega Filippo Calcagno al rapimento in Libia avvenuto nel luglio 2015 e terminato nel marzo 2016 quando persero la vita Fausto Piano e Salvatore Failla, separati da loro per alcuni giorni.
"Ho sentimenti diversi in merito a questo passo avanti nelle indagini - ha concluso Pollicardo -. Se da una parte la perquisizione e l'indagine dimostrano che si sta lavorando non vorrei che questo spostasse le responsabilità solo in un senso. Nei lunghi mesi di prigionia le trattative con lo Stato italiano ci sono state".
cronaca
Italiani rapiti in Libia, indagato Morson. Pollicardo: "La Bonatti ha responsabilità"
Il ligure superstite: "Qualcuno ha sottovalutato la situazione"
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