cronaca

Cosa chiede il Tigullio agli enti locali? Quali possibilità di investimento?
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Cosa chiede il Tigullio alla Regione e alla città metropolitana per continuare a crescere? Come fanno i comuni a farsi ascoltare? Quali sono le possibilità di investimento a favore delle imprese del territorio? Domande al centro del convegno crossmediale di Terrazza Colombo.

 Il golfo del Tigullio è in continua trasformazione: dai progetti urbanistici dei principali comuni allo sviluppo di aziende legate a innovazione e start up nascono nuove occasioni per rilanciare l'economia di questo territorio. Tuttavia amministratori e imprenditori spesso si trovano a confrontarsi con enti superiori che non sembrano saper ascoltare la voce che arriva dal levante genovese. Il rapporto con la città metropolitana rischia di mettere in un angolo comuni virtuosi. Il caso del depuratore comprensoriale ne è un esempio.

A precedere la round table sono gli interventi di alcuni protagonisti della vita economica del Tigullio. Apre Massimiliano Sacco, presidente di Confindustria Tigullio, poi parola al mondo del commercio con Giampaolo Roggero di Ascom Chiavari. Parleranno di occupazione anche Domenico del Favero, segretario Cgil Tigullio, e Andrea Sanguineti, della Cisl Tigullio. Senza dimenticare la gestione dei rifiuti e dei parchi, tema approfondito da Massimo Maugeri di Legambiente Liguria.

A seguire, tavola rotonda con Roberto Levaggi, Carlo Bagnasco e Franco Rocca, rispettivamente sindaci di Chiavari, Rapallo e Zoagli, quindi Andrea Costa presidente della commissione ambiente della Regione Liguria e la consigliera metropolitana Cristina Lodi. Modera Andrea Scuderi per poi introdurre il dibattito con gli ospiti in studio. 

GLI INTERVENTI

Massimiliano Sacco, presidente Confindustria Tigullio - La realtà industriale del Tigullio conta 105 aziende divise in due principali famiglie. Anzitutto quelle storiche che da decenni operano sul territorio e, attraverso un continuo investimento in tecnologia, hanno occupato una nicchia di mercato. Ma il nostro territorio è diventato un catalizzatore. Penso alla ricerca e a WyLab, un incubatore che ha recuperato il Delpino per mettere a comune spazi e dispositivi. Ma bisogna anche pensare a qualcosa di nuovo. Un imprenditore che cerca di attrarre investimenti deve avere sicurezza sul territorio rispetto agli eventi alluvionali. E poi l'aeroporto di Genova: deve essere il punto di arrivo e partenza di tutte le persone che lavorano nella nostra area. L'ultimo è il trasferimento dei dati, la fibra ottica: sulla costa è accettabile, ma nell'interno cade in maniera vistosissima. Il Tigullio ha accettato un impoverimento, ma adesso bisogna capire quali servizi possono essere spostati nel Tigullio. 

Giampaolo Roggero, presidente di Ascom Tigullio - Il nostro atteggiamento deve cambiare nei confronti di Genova 'matrigna'. È un collegamento necessario. Ogni progetto senza Genova alle spalle diventa più complicato. Dobbiamo essere capaci di fare proposte e sintesi e fare sì che anche Genova possa seguirci. I commercianti del Tigullio non hanno problematiche significative. Il commercio genovese soffre molto più che nel Tigulllio. Il Tigullio è una 'città del buon vivere'. 

Domenico del Favero, segretario Cgil Tigullio - Non so se Genova è matrigna e il Tigullio è figliastro, ma è una famiglia numerosa in cui si comunica poco. Ma è difficile anche per il Tigullio farsi sentire come area vasta. D'altra parte i servizi pubblici vengono spesso messi in bilico: l'Agenzia delle Entrate si è salvata, ma comunque sono tutti alle dipendenze di Genova. Noi con Cisl e Uil abbiamo fatto proposte unitarie su diverse problematiche. Una riguarda la sicurezza idrogeologica. Un'altra è sulla viabilità. Abbiamo richiamato la necessità di una gestione comprensoriale del ciclo dei rifuti. Il trasporto pubblico è pregiudicato - e i Comuni hanno fatto il possibile - e speriamo che la vicenda di Atp non porti un peggioramento. La disoccupazione nel Tigullio non sta migliorando: è stabile o peggiora. Spero si possa avviare un discorso condiviso su Genova matrigna e il Tigullio figliastro. Sono due territori con storie diverse.

Andrea Sanguineti, Cisl Tigullio - Io vedo quattro criticità. La prima è il forte invecchiamento dei nostri cittadini e la diminuzione costante della nostra popolazione. È un problema che va affrontato anche nella politica sull'immigrazione. Parliamo di 2.800 persone che parlano le tasse e fanno lavori anche importanti. La disoccupazione: pochi dati ma preoccupanti. Molte persone sono allo stremo, non hanno più la forza di cercare lavoro. Tanti vanno avanti con la pensione dei nonni. Terza criticità: Genova matrigna. Noi crediamo molto nella Città metropolitana, ma al momento si nota che le risorse per il Tigullio sono diminuite. Si è visto nei trasporti, nella viabilità (quella a carico delle province è una situazione allucinante). E c'è una diminuzione delle risorse sui servizi per il lavoro. Quarta criticità: il Tigullio fatica a fare sistema per attrarre investimenti pubblici e privati. La disoccupazione si risolve solo così. E qui il problema è proprio fare sistema. Nella vecchia programmazione del Fse fino al 2013 abbiamo preso pochi soldi. Fino al 2020 i segnali non sono positivi. Nell'accordo firmato tra Genova e il Governo c'erano i soldi che dovevano servire per tutta la città metropolitana. C'erano anche opere sul Tigullio, ma non è arrivato un euro. Sugli investimenti dei privati, avevamo sposato l'idea degli albergatori per un centro comprensoriale polivalente che garantisse eventi culturali e sportivi. Bisogna intervenire sul ciclo dei rifiuti per dare sviluppo ad aziende inel settore alimentare.  

Massimo Maugeri, Legambiente Liguria - La nostra è una regione lunga, ma non c'è una rappresentanza per l'hinterland. Se non curo Santo Stefano d'Aveto, la montagna mi viene addosso. La costa è ricca. Portofino per Genova può essere lo stesso motore che sono le Cinque Terre per La Spezia. Ma il problema è alle spalle. L'industria che sta sulla costa non ha impattato. Arinox è un'eccellenza straordinaria. Il futuro del territorio è nell'entroterra. Se si riesce a vendere Varese Ligure, che è la valle del biologico, perché non mettere insieme i pezzi del territorio? C'è possibilità di ricavare energia idroelettrica? Io mi aspetto da Genova che sia regista di un grande progetto per la Liguria. 


LA TAVOLA ROTONDA

--- Il punto con i sindaci: la Città Metropolitana funziona? ---

Il sindaco di Chiavari, Roberto Levaggi: "Paghiamo la legge che ha istituito la Città metropolitana senza risorse. Tanto valeva lasciare le vecchie Province. Dove c'è stata una regia regionale i problemi si sono risolti. La mitigazione del rischio? Una questione importantissima, ci stiamo lavorando. In certe zone di Chiavari le alluvioni sono sempre avvenute al di là della cementificazione. Contiamo di avere finanziamenti europei. 

"Non funziona, il territorio ha avuto un disservizio anziché un servizio - taglia corto Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo - ad esempio sulla manutenzione delle strade. Invece abbiamo avuto risposte positive nel rapporto tra i sindaci del Tigullio. C'è un buon rapporto che sta dando risultati positivi. I problemi sono di risorse". 

Sulla costa anche piccoli comuni come Zoagli. Il sindaco Franco Rocca: "Siamo in difficoltà sugli appalti, non possiamo farne sopra i 150 mila euro. Allora ho chiesto alla città metropolitana di intervenire: latitante. Non posso fare l'appalto della mensa. Per la spazzatura ho dovuto fare un colpo di reni con Rapallo, a gamba tesa. Ora sto facendo squadra con Comuni come Rondanina e Propata. Ma è ironico. Il sindaco metropolitana arriva anche a Zoagli e Moneglia. Siamo sudditi, se un re non aiuta qualcosa non va. Ma tutti i sodli risparmiati dalla provincia di Genova dove sono? 

Per la Città metropolitana risponde la consigliera Cristina Lodi: "Faccio due riflessioni: la Città metropolitana nasce nel 1990, non con Delrio. I finanziamenti europei sono stati un'ulteriore spinta. Forse ha facilitato il raggruppamento dei Comuni. I problemi del Tigullio credo siano uguali a Ponente o nell'entroterra. Nel 2010 il governo Tremonti e poi il governo Renzi hanno perseguito una politica di tagli alle Province. Dove sono finiti i risparmi non lo so, ma tagliare sul territorio comunque non è mai positivo". 

--- L'accoglienza dei migranti ---

Il sindaco Bagnasco spiega il suo no al sistema Sprar: "Noi dobbiamo farci carico del progetto. Ma i numeri sono definitivi? Mi dicono che non si può sapere, e questa è una correttezza. Poi sembrano pacchi: ne prendete 50, 60, è inconcepibile. Io ho compagni di classe che da anni chiedono una casa popolare. Non ce la faccio a dirgli di no e poi accogliere i migranti. Vittime sono i sindaci, ma anche i prefetti che devono riuscire a sistemare i numeri. Davanti a tante attività commerciali c'è un problema di accattonaggio, ai cittadini dà molto fastidio". 

"Si voterà questo piano dell'Anci che rappresenta i sindaci - spiega Lodi - e se il piano non passa Genova ringrazia. Ma la fase di accoglienza è determinata da obblighi nazionali e non tanto locali. Ne arriveranno di più e arrivano continuamente. Lo Sprar mette in protezione i Comuni, ma se non ci saranno limitazioni a livello regionale si tornerà al Cas che non prevede concertazioni coi Comuni".

"Io ho tre persone italiane che dormono in stazione e mi chiedono se posso dare loro un posto - aggiunge Rocca - ma io non posso darglielo e non c'è la legge che li tutela. Ci sono cinque appartamenti di Arte da ristrutturare. Quindi devono dormire sempre in stazione e levarsi nei gabinetti pubblici? Se fossimo al top aiuteremmo tutti. Parliamo di quanto successo a Ne: quanto fa 35 euro per 30 al giorno? Questa non è accoglienza, è speculazione". 

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