Verità sui numeri reali dell'operazione migranti a Multedo. È quello che chiedono gli abitanti in una lettera aperta indirizzata al prefetto di Genova Fiamma Spena, al sindaco Marco Bucci e al presidente del Municipio Ponente Claudio Chiarotti. Una richiesta che giunge a quasi una settimana dalla seconda fiaccolata nelle vie del quartiere, ultima iniziativa di protesta dopo l'arrivo dei primi ospiti all'ex asilo Contessa Govone.
I cittadini vogliono sapere quanti migranti sono destinati alla struttura. Bucci, durante l'assemblea pubblica all'assemblea Conte, aveva riferito di 12 arrivi ma senza dare ulteriori garanzie. A margine, inoltre, aveva parlato di "inserimento graduale", lasciando intendere che se ne sarebbero aggiunti altri, anche se non subito.
Nelle ultime righe i residenti se la prendono col ministro genovese Roberta Pinotti, che ha definito "miope" la loro protesta "per dieci persone".
Ecco il testo integrale della lettera
Sono ormai trascorsi quindici giorni circa dal nostro più recente
contatto, a proposito della questione migranti nell’ex asilo Govone, e ci pare opportuno tornare con lei sull’argomento.
In quest’ultima settimana, dopo la seconda fiaccolata, ci pare che le acque si siano calmate. La tensione nel quartiere è progressivamente scesa, il clima si sta rasserenando.
Cogliamo questo fatto con due sentimenti contrapposti: da una parte con gioia, specialmente dopo tutte le offese e gli improperi che hanno dovuto subire liberi cittadini di Multedo, scesi democraticamente in piazza per manifestare il loro pensiero e tacciati con ogni sorta di etichetta negativa; dall’altra parte con preoccupazione.
Nutriamo una profonda fiducia nell’essere umano in quanto tale. Ma non possiamo non ricordare che proprio a fari spenti, alla fine dell’estate, è maturata la decisione di realizzare una casa di accoglienza nell’ex asilo Govone, a completa, dolosa e grave insaputa della cittadinanza di Multedo. I riflettori spenti ci piacciono ma ci fanno anche paura, perché non vorremmo che questa cattiva abitudine venisse perpetrata.
Ci spieghiamo ancora meglio. Nel corso dell’incontro alla Scuola Conte, il Sindaco Marco Bucci ha parlato di 12 migranti, ma ha fatto presente di non poter garantire su altre cifre. Contemporaneamente, leggiamo sui media e ascoltiamo ben altri numeri, in maniera totalmente confusa e incerta.
Chi s’improvvisa economo e fa i conti in tasca altrui, chi sospetta, chi afferma che la situazione non può restare così com’è adesso. Noi non vogliamo mettere parole su parole. Preferiamo domandare. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Su quali cifre si sta realmente ragionando?
Nello spirito di massima trasparenza e collaborazione che riteniamo di aver dimostrato, auspichiamo che non vengano commessi gli errori del passato. Crediamo che qualsiasi buona volontà d’instaurare un dialogo e di “aprirsi al quartiere” - per usare le parole scritte da Monsignor Martino - non possa prescindere da un rapporto franco, serio e soprattutto intellettualmente onesto.
Per questo, pur comprendendo perfettamente che si sta parlando di un’iniziativa privata (da parte della Curia) in una struttura privata (l’ex Asilo Govone, di proprietà delle Suore della Neve), rimarchiamo anche il fatto che si tratta - al tempo stesso - di un’operazione con consistenti ricadute sul territorio pubblico. Dove valgono le leggi dello Stato ma, prima ancora, dovrebbe valere ogni tipo di anelito volto alla buona convivenza civile.
E’ per questo che chiediamo che dall’operazione migranti al Govone escano numeri certi. Chiediamo che si ponga fine alle incertezze, ai numeri buttati lì a caso, alle illazioni, alle ipotesi, ai condizionali. Lo facciamo con lealtà, ribadendo il fatto che nessuno di noi è contro questi ragazzi e contro l’accoglienza. Ma siamo tutti a favore della chiarezza. Vorremmo essere trattati come cittadini maturi, non come reazionari.
Abbiamo ascoltato in silenzio insulti, critiche, menzogne. Adesso ci permettiamo di chiedere un po’ di rispetto in più.
Da ultimo, abbiamo incassato con dispiacere la frase di un Ministro della Repubblica che ha dichiarato come sia “miope” sollevare tanto baccano “per dieci persone”. All’onorevole Roberta Pinotti, che pure dovrebbe conoscere
bene il Ponente genovese e la sua lunga storia fatta di battaglie per tutti gli esseri umani, facciamo umilmente presente che di “miope” c’è solo certa disinformazione dilagante, probabilmente giunta sino a Roma.
Lo ripetiamo: non siamo contro i migranti, ma siamo per un’accoglienza degna di questo nome. Siamo per il dialogo costruito con i fatti, non negato ogni giorno con le parole. Riteniamo che la “miopia” si possa curare. Quella oculare come quella intellettuale. Temiamo, al contrario, di svegliarci un mattino e constatare che pensar male e veder lontano sono sinonimo. O, ancor peggio, temiamo di essere stati lasciati di nuovo al buio. Non vogliamo che accada e, per questo, chiediamo un atto di chiarezza e informazione concreta, certa e reale da parte di tutti gli attori in causa.
cronaca
Migranti a Multedo, lettera dei cittadini: "Basta bugie, vogliamo i numeri certi"
Attacco al ministro Pinotti: "Noi miopi? È disinformata"
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