A noi che viviamo da 40 anni il mondo dell’informazione fa tristezza vedere come la moda dei social stia condizionando i più disparati generi di utenti: sindaci e assessori, presidenti di associazioni, imprenditori, fino ai singoli cittadini che non sanno di essere anche loro moneta di scambio.
Il caso americano che ha fatto crollare il titolo di Facebook di borsa va ben oltre un mero fatto finanziario. Dobbiamo capire di cosa stiamo parlando, di chi consegna la propria vita, le frasi, le fotografie e i video e chi li utilizza per fini che non sono minimamente chiari, che non si conoscono.
I social piacciono ai politici, agli amministratori, a ogni singola persona che pensa di poter gestire la propria informazione, scrivere quello che vuole senza avere un intervistatore, che ama leggersi e rileggersi, girare ad amici e conoscenti il proprio pensiero sperando che qualcuno risponda, commenti.
Tutto questo accade mentre un algoritmo sta registrando tutto, anche le frivolezze, per “profilarti” e, contestualmente, per regalarti un’idea di totale libertà di cui diventi schiavo inconsapevole. Le cose che scrivi diventano modalità di tracciare quello che desideri, di farti arrivare come per miracolo le informazioni che gradisci, un modo per gratificarti delle tue posizioni.
E tu sindaco, assessore, presidente di associazione, cittadino ti compiaci perché non hai la mediazione giornalistica che spesso ti irrita perché i giornalisti non dicono quello che vuoi.
Questo è un mondo parallelo dell’informazione, il top della ruffianeria, ma che piace perché ti lascia vivere quello che vorresti si dicesse di te, mentre sta registrando scientemente ogni passaggio della tua vita. Oggi si è aperto un nuovo capitolo con la vendita di 50 milioni di profili a fini elettorali negli Stati Uniti. Non meravigliatevi se dovesse accadere anche da noi, se un giorno vostro figlio o un amico non verrà assunto in un’azienda senza una motivazione: una profilatura della sua vita, magari di facebook, magari venduta a grandi e piccole società dirà che da ragazzo ha fatto una sciocchezza e non ha il profilo adeguato per essere parte di quell’azienda.
Godete tutti dei social. Il conto prima o poi vi verrà presentato e forse le società serie che fanno informazione, con giornalisti professionisti, saranno di nuovo apprezzate. E si capirà di nuovo il vero valore e il ruolo che hanno nel mondo, anziché irritarsi perché dicono a volte verità scomode.
cronaca
Attenti alla moda dei social a partire da Facebook
Informazione, libertà e profili tracciati
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