Sono molto preoccupato di quello che può uscire dal Decreto Genova.
Nessuno sa cosa verrà inserito, la Regione ha mandato un suo testo, il Mit lo sta preparando in gran segreto ma il modo in cui sarà scritto e ciò che sarà inserito, o meno, segneranno il nostro futuro.
Parto dal presupposto, infatti, che non penso sarà facile averne un secondo o un terzo, quindi questo decreto potrebbe essere il primo e l’ultimo.
Pare che si pensi molto a inserire le modalità legate alla demolizione e ricostruzione del ponte e magari a stanziamenti per chi ha subito danni. Bene, giusto ma alla fine della ricostruzione dove ci troveremmo? Temo che riandremo a prima del crollo del Morandi, con code interminabili sul ponte, magari nuovo e sicuro ma senza nulla di più, senza una apertura alla nuova città che si libera di quell’isolamento che io ho iniziato a denunciare sin dal 2013 e sino alla fine della scorsa legislatura.
Mancanza di treni per Milano e Roma, monopolio Alitalia che ti prende per il collo visto che non abbiamo alternative (e poi la compagnia non paga neppure quanto deve all’Aeroporto mettendolo in difficoltà), lavori a rilento del nodo ferroviario, totale mancanza di progetto per quadruplicare la Tortona-Milano indispensabile per il collegamento e per rendere utile anche il Terzo Valico, fortissimi dubbi sulla realizzazione della Gronda perché comunque deve passare dall’attuale Governo (CIPE) e legata anch’essa alla concessione ad Autostrade.
Un suggerimento che ho dato, e vedremo se sarà accolto, è inserire la “mancanza di continuità territoriale”, che non riguarda solo le isole ma anche tutti i territori che subiscono discriminazioni di collegamenti incidendo fortemente sulla competitività.
Incrocio le dita, questo del Decreto Genova è un passaggio molto importante, anche considerando che bisogna vedere se saranno previste modalità per integrarlo e modificarlo strada facendo. Sono tutte da verificare e al momento a tutti noi sconosciute le problematiche di quanto e come quel maledetto 14 agosto scorso ha inciso e inciderà sui cittadini, sulle imprese piccole e grandi, sul sistema portuale.
Dubito fortemente che in fretta e furia si possa prevedere nel decreto tutto quanto sia necessario al nostro territorio, inteso non solo come Genova ma comprendendo anche tutta quella parte della regione che, vedi il ponente, subisce gravi ripercussioni di connessione con il capoluogo.
Vi prego tutti, Ministro Toninelli, Presidente Conte, Vice presidenti Di Maio e Salvini, Sottosegretario Rixi, istituzioni locali e nazionali: pensate bene a quello che scrivete!
Non rimandateci solo a rivivere quello che era già un caos totale, con un ponte totalmente bloccato che fu proprio l’oggetto delle mie interrogazioni del 2015 e 2016, quando sollevavo il problema dell'isolamento della Liguria, avanzando il timore che la chiusura del ponte ai mezzi pesanti (mai avrei pensato al crollo) avrebbe gettato,la nostra città nel totale caos.
Che il Decreto Genova non ci rimandi, dunque, al 13 agosto 2018, senza aver risolto e affrontato i problemi DELL’ISOLAMENTO DI GENOVA E DELLA LIGURIA che subiamo ormai da almeno da due decenni e che ci condanna ad essere totalmente marginali nell’economia del nostro Paese.
Sono vicino alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che da quel 14 agosto vivono gravi problemi.
Chiediamo tutti giustizia e mi fido del lavoro complesso che svolge la magistratura genovese.
porti e logistica
Il vero pericolo del Decreto Genova, non rimandateci al 13 agosto
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