"Ascolta bene Garassino, chi ti parla non è qualche indifeso o qualche sfortunato, chi ti parla manda avanti pezzi interi di porto, manda avanti pezzi di città, non passa il tempo intrallazzando con i nazisti e perseguitando gli sfortunati come fai tu. Le cose cambiano e ci ricorderemo di te, pensa bene a quello che dici o che fai, Genova non perdona". Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il collettivo autonomo lavoratori portuali rivolgendosi all'assessore comunale alla sicurezza, il leghista Stefano Garassino, che martedì, rispondendo a un'interrogazione a Palazzo Tursi formulata da un collega di partito, aveva ribadito la volontà dell'amministrazione di sgomberare prima il centro sociale Zapata e poi il Terra di nessuno. Sull'episodio indaga la Digos. Oggi, la capogruppo della Lega a Tursi Lorella Fontana in una nota firmata congiuntamente ai capigruppo del Carroccio nei municipi esprime solidarietà a Garassino per quelle che definisce "intimidazioni e minacce" e ribadisce che "la chiusura dei centri sociali non la vuole solo l'assessore, ma è espressione del voto popolare che ha portato la Lega al governo, della città prima, e dello Stato dopo. Se ne facciano una ragione, la democrazia è questa". Sempre sul tema dello sgombero dei centri sociali, gli stessi spazi autogestiti cittadini in un comunicato stampa congiunto ribadiscono il valore dell' "autogestione" e "dell'occupazione di luoghi abbandonati per farne spazi di condivisione". E precisano: "Non sono quattro mura a rappresentarci e contenerci, le strade e i quartieri sono e resteranno i luoghi del nostro agire quotidiano, ed è lì che ci ritroverete tutti insieme a rivendicare ogni spazio sottratto, ogni centro sociale sgomberato".
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