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Documento nato dopo la riunione della Conferenza Stato-Regioni.
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Dopo i nuovi scontri in videoconferenza con il governo, i presidenti di 13 Regioni italiane, appartenenti politicamente allo schieramento di centrodestra, scrivono una lettera al premier Giuseppe Conte e l ministro Francesco Boccia (Affari regionali) e, per conoscenza, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ai presidenti di Camera e Senato. "Proposte al Governo per la Fase 2: più competenze alle Regioni", si legge nel titolo. La lettera è firmata dai governatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto e dal presidente della Provincia autonoma di Trento.

"Adesso inizia la fase 2. E' una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell'emergenza. Per questo motivo, è essenziale che si ritorni progressivamente ad un piu' pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarieta' e leale collaborazione", hanno scritto i governatori.

"La salute è il primo e imprescindibile obiettivo, ma non può essere l'unico. Per questo è indispensabile contemperare la doverosa tutela della salute con la salvaguardia del tessuto economico, non solo per limitare allo strettissimo indispensabile la compressione delle più importanti libertà fondamentali dei cittadini ma anche per evitare che la gravissima crisi economica in atto diventi irreversibile, con le catastrofiche conseguenze sociali correlate", ha commentato il governatore ligure Giovanni Toti dopo la riunione della Conferenza Stato-Regioni.

"Senza contare le implicazioni giuridiche di un accentramento dei poteri normativi in capo al Governo, accettato in una fase di assoluta emergenza, ma che oggi rischia di determinare seri problemi di compatibilità con il dettato costituzionale, in riferimento sia al coinvolgimento parlamentare sia al rispetto del titolo V", ha aggiunto Toti. "Per questo è necessario lavorare per una progressiva normalizzazione dell'emergenza, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione".

Tra Stato e Regioni, insomma, sale la tensione sulla fase 2. A destra, come a sinistra, sono sempre di più i governatori che contestano il calendario dettato dal premier, giudicato troppo incerto, non chiaro e con regole confuse. Tutte le regioni hanno adottato ordinanze autonome. Durante l'assemblea dei Governatori, il ministro Boccia ne ha chiesto il ritiro ma si è scontrato con il 'no' di Zaia, Toti e Fedriga, posizione sostenuta pure dalla Lombardia. Sulla stessa linea anche la Sicilia: i governatori hanno ribadito, in ogni caso, l'esigenza di tornare da subito a un regime costituzionale di maggiore autonomia delle regioni.