cronaca

I fatti risalgono al 2017, in ballo una eredità milionaria
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Un matrimonio celebrato in piena notte, con due testimoni, uno sposo di 93 anni più morto che vivo e una avvenente "sposa", cacciatrice di dote, che a 72 anni riusciva ad abbindolare ricchi imprenditori e professori. Un matrimonio che non s'aveva da fare e che ora potrebbe costare caro all'ex parroco di Boccadasse, che celebrò quella funzione nel 2014.

Nei guai, oltre alla moglie, anche il figlio di lei e la sua fidanzata. Parroco, sposa e testimoni di nozze sono accusati di circonvenzione d'incapace. Il pubblico ministero Gabriella Dotto ha chiesto la condanna a 16 mesi per don Pietro Franco (difeso dall'avvocato Michele Ispodamia), a quattro anni per la sposa, Gabriella Radaelli, 16 mesi per il figlio della donna e 20 mesi per la sua fidanzata, testimoni del matrimonio (tutti difesi dall'avvocato Enrico Scopesi).

L'ignaro sposo era Carlo Gian Battista Bianchi Albrici
, 93 anni all'epoca dei fatti, imprenditore milanese trapiantato a Genova con eredità milionaria. Un viveur, con tanto di barca ormeggiata in Riviera e una villa a Camogli. Il presunto raggiro fu scoperto dal figlio di Bianchi Albrici, che impugnò il testamento e denunciò la donna. Il prete ha sostenuto di avere unito in matrimonio una coppia innamorata.

"Li vedevo sempre a messa insieme", aveva detto il parroco. "Stavano insieme da sempre. Avevo percepito che la volesse sposare e porre fine a quella situazione di concubinaggio". Ma secondo il giudice che l'aveva rinviato a giudizio con sposa e testimoni, dell'amore non ci sarebbe stata l'ombra. E la storia di quei fatti pare proprio testimoniarlo perché mentre da un lato il figlio dell'imprenditore si batte per l'eredità del padre, dall'altro spunta la figlia di un altro uomo caduto nella rete della femme fatale.

La figlia del cattedratico ortopedico Francesco Pipino (famoso per avere disegnato, tra l'altro, l'anca di papa Wojtyla), denuncia la Radaelli, accusandola di essere diventata l'amante di Pipino, mentre stava già con Bianchi Albrici, e di essersi fatta intestare case e conti milionari. Secondo la figlia di Pipino ci fu, anche in questo caso, una circonvenzione di incapace. La Radaelli, infatti, tre mesi prima che il cattedratico morisse, era riuscita a farsi intestare una polizza sulla vita da 380mila euro e svariati assegni. Tutti regali di uomini perdutamente innamorati ha sempre sostenuto la Radaelli. Anziani incapaci di capire di essere caduti nella rete di una cacciatrice di dote, secondo la procura.