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E andare al mare "costerà" in quanto le spiagge attrezzate occuperanno il 70%
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Un'estate al mare e, sì, decisamente "in stile balneare", come vuole la canzone di Giuni Russo: a causa del distanziamento, è già partita la corsa al posto sotto l’ombrellone. Ma a farne le spese sono soprattutto le spiagge libere, dove i gestori di quelle attrezzate potranno posizionare lettini e sdraio fino al 70%.

"Le spiagge libere da anni nella nostra regione vengono viste come un problema e non un'opportunità", commenta Livio Di Tullio, presidente di Genova e Liguria di Federconsumatori. "Sono poche, sono maltrattate e spesso si trovano nei pezzi più brutti del litorale: almeno chiediamo che le amministrazioni comunali si dedichino a rimetterle a posto". Poi c'è il tema dei 'segna posto': l'anno scorso Genova aveva dovuto cambiare in fretta e furia i sacchetti in plastica ben presto mangiati dal mare. Anche per ovviare a problematiche di questo tipo, si è preferito nella maggior parte dei casi ricorrere alla formula app e gestione di privati.

E questo rappresenta un problema per molti che decidono di rinunciare, causando così ripercussioni sull’economia di bar, ristoranti e attività commerciali che vivono soprattutto di chi frequenta le località sul mare. "Una giornata in spiaggia all'interno di uno stabilimento per una famiglia rappresenta un costo notevole e non è detto che tutti riescano a permetterselo", commenta Di Tullio. 

Anche perché nel 2020 si era già registrato un caro spiagge pari in media al 12%: tra riduzione degli ombrelloni, diminuizione di turisti e investimenti per acquistare il necessario per rispettare le norme anti-contagio, dai sanificatori alla cartellonistica.

(Foto da Instagram @dindanden)