A fine aprile la procura aveva chiuso le indagini per 69 indagati, tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea (l'azienda che si occupava delle manutenzioni), soggetti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche, oltre alle due società. Le accuse vanno dall'omicidio stradale all'omicidio colposo plurimo, crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Per gli investigatori, tutti sapevano che il Morandi era in cattive condizioni e che bisognava intervenire con lavori di ripristino. Ma secondo l'accusa quei lavori vennero rinviati nel tempo per seguire la logica del massimo profitto con la minima spesa e dare maggiori dividendi ai soci.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità