Apprendiamo da autorevoli interventi sulla stampa - specializzata e no - quali sono le caratteristiche proprie dell’ospedale moderno, anzi futuro: umano, accogliente, eco compatibile ed efficiente. Nell’ospedale moderno le cure sono appropriate ed il personale si prefigge il benessere del paziente.
Se plaudiamo all’ avvento di questa modernità, non ci risulta peraltro che il contrario fosse gradito agli antichi o che piaccia a noi contemporanei.
Se passiamo l’oceano, l’attesa del nuovo ospedale pare sia già stata soddisfatta: innumerevoli bedless hospitals vengono inaugurati con il fine di celebrare il funerale dell’antico concetto di ospedale residenziale. In queste strutture - cablate, interconnesse ed immerse nel verde - sono elargiti servizi diurni di lieve e media intensità dove il goal è la cura più che la guarigione (si tratta perlopiù di cronici ed anziani) ed il target è il pareggio di bilancio. Non il sonno del paziente visto che di letti – come promesso dal nome – non v’è traccia.
E noi, che ospedale vogliamo?
Pare che si, anche a noi piaccia l’ospedale moderno. Che anche i nostri gusti ci facciano propendere per un personale che si rivolge cortesemente all’utenza, ad esempio (altri – immaginiamo - preferiscono essere mortificati appena si rivolgono allo sportello) o per cure che siano altamente appropriate. Insomma, lasciamo ad altri la voluttà di essere curati a casaccio; noi vogliamo, guarda un po’, la qualità (de gustibus…). E la vogliamo dappertutto. Come del resto gli antichi ospedali, che erano dappertutto.
Il difficile bilancio tra volere di più e spendere meno, latitante nel dibattito sugli ospedali nostrani, pare essere invece familiare all’immaginazione popolare di sempre. Questa ha dedicato un intero repertorio di proverbi ed affermazioni caustiche a questo genere di funambolismi. Ragioni di appartenenza (la tastiera stava digitando “territorio”, ma l’abbiamo fermata in tempo) ci inducono a proporre ad esempio il genovesissimo “sciuscià e sciurbì nu se peu”.
Se la vox populi si esprime clamorosamente ed efficacemente in questo tipo di sintesi, non trova peraltro eco su questo tema: la voce delle divinità operanti nelle ASL ci giunge flebile.
Noi abbiamo la presunzione di poter aiutare - solo un poco, per carità – nella formulazione di una sintesi istituzionale. E lo facciamo con due domandine semplici semplici rivolte a chi vuole l’eccellenza residenziale e specializzata in ogni quartiere cittadino (le domande, si sa, contengono a volte una forza che è sconosciuta alle stesse risposte):
avete fatto di conto e - se si – chi può pagare la qualità, così interpretata?
*Capogruppo Pd in Regione
IL COMMENTO
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