Per la prima volta uno spettacolo del regista inglese Peter Brook, "Sizwe Banzi est mort" che parla di apartheid sudafricano ma occhieggia ai 'sans papiers' odierni, arriva in un teatro genovese, quello della Tosse, stasera e domani. Scritto negli anni Cinquanta da un bianco e due neri, Athol Fugard, John Kani e Winston Ntshona, 'Sizwe Banzi est mort' racconta la storia di un nero, Robert Zweizilima (il rapper congolese Pitcho Womba Konga) che ruba il passaporto a un cadavere per diventare Sizwe Banzi e con un documento poter finalmente lavorare. Per la messa in scena Brook ha scelto il minimal e la mimica: la storia si dipana su un palco vuoto, dove compaiono ogni tanto solo alcuni pannelli. Per il resto tutto è nero come gli attori (in scena anche l'attore maliano Habib Dembelé nei panni di un fotografo) e bianco come le loro giacche e i loro camici.
IL COMMENTO
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