Politica
Cofferati a "Grazia": "Vado a Genova anche per fare politica"
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"La politica non è solo potere e io non vado a Genova per ritirarmi a vita privata. Se ci saranno incarichi per me, che mi permettano di essere un padre 'normale', li accetterò". Sergio Cofferati torna così sulla scelta di non ricandidarsi come sindaco di Bologna, in una intervista a Grazia, il settimanale diretto da Vera Montanari, in edicola domani, di cui il giornale ha diffuso una sintesi. "Non credo saranno molti a seguire il mio esempio. Anzi ho registrato reazioni molto astiose - ha detto ancora l'ex leader della Cgil - Del resto sapevo che me l'avrebbero fatta pagare, penso proprio di aver toccato un nervo scoperto. Le donne hanno sempre capito per prime le mie scelte e sono convinto che, anche in questo momento, siano con me. Perché solo loro sanno che cosa vuol dire gestire i rapporti familiari convivendo con la lontananza e i sensi di colpa". "Le mie collaboratrici, le amiche e anche persone che non conoscevo - ha aggiunto Cofferati - mi hanno dimostrato il loro appoggio. Poi c'é la mia compagna Raffaella Rocca di cui in questi giorni si parla pochissimo, sono tutti concentrati su Edoardo (il figlio di 11 mesi). Per me lei conta molto, in gioco ci sono due persone distinte, non ho potuto ignorare i suoi problemi". "Edoardo è nato da una decisione consapevole, so che cosa rappresenta un figlio a 60 anni. Ti trasmette grandi energie, ma io resto un genitore anziano", ha concluso il sindaco di Bologna. "Il problema dell'età lo sento anche nel rapporto con Raffaella. Lei ha 37 anni, perché dovrebbe sacrificare un futuro professionale ancora molto lungo e pieno di sviluppi positivi? Io ho fatto moltissime cose, ho avuto una vita piena".
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