Cronaca

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Pena a 14 anni di reclusione confermata in corte d'assise d'appello per Angelo Piro, la guardia giurata di 42 anni che il 2 agosto 2006 uccise per gelosia a colpi di pistola l'amante della moglie, Giovanni Grasso, 38 anni, nell'abitazione dei suoceri, nel quartiere di Oregina. La pubblica accusa, Pio Macchiavello, aveva chiesto 16 anni considerando che si trattava di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione. I giudici di secondo grado, come già fece il gup Lucia Vignale nel processo con rito abbreviato l'11 settembre 2007, hanno invece ritenuto che non vi sia stata premeditazione. Il processo si è svolto a porte chiuse e i giudici si sono trattenuti in camera di consiglio per circa tre quarti d'ora. Piro è difeso dagli avvocati Pietro Bogliolo e Angelo Paone mentre la parte civile è rappresentata dall'avv. Giuseppe Gallo. "I giudici hanno confermato la nostra impostazione - è il commento dell'avv. Bogliolo - e cioé che la premeditazione non é provata e non esiste". L'avv. Gallo ha affermato: "Leggeremo la motivazione della sentenza anche alla luce delle critiche oggettive mosse da me e dal pg alla sentenza di primo grado".