Il porto di Genova rischia di perdere i principali armatori mondiali che oggi utilizzano le sue banchine.
Potrebbe essere questa l’estrema conseguenza dell’alleanza siglata tra Sech e Vte di Voltri con uno scambio del 40 per cento delle società finanziarie che detengono le quote dei due terminal e lo spostamento di alcune pedine fondamentali a livello operativo come Bruno Ferrari direttore commerciale del Sech ora passato a Psa.
L’alleanza ha fatto letteralmente infuriare sei gruppi tra i primi dieci al mondo, che insieme garantiscono il 70 per cento dei traffici nel porto di Genova: si tratta dei colossi Coscon Italy, che è come dire la Cina, Cma Gma la Francia, Evergreen Taipei, K Line che è il Giappone, Zim Israele e Msc di Aponte.
Tutti insieme, ed è già questa una notizia in un mondo di titani in concorrenza, hanno scritto una lettera destinata al ministro Matteoli, al prefetto di Genova, a Luigi Merlo e a Comune, Regione e Provincia in cui letteralmente scrivono “questa nuova partnership andrebbe a gestire la quasi totalità del traffico containerizzato del porto di Genova creando situazioni di monopolio.
Perciò si chiede di dar luogo a indagini e prendere provvedimenti mirati a modificare questa incresciosa situazione che, a nostro avviso, è contraria alle regole della libera concorrenza e del mercato”.
Inoltre questo accade in un momento di difficoltà estrema dello shipping – chiudono auspicando che le istituzioni vogliano far sentire la loro voce onde fugare il timore di pericolose distorsioni di mercato a danno dell’intero indotto portuale genovese”.
Chiuse virgolette punto. Messaggio più chiaro non ci poteva essere. Si rischia che Sech e Vte si alleino per applicare ad esempio tariffe alte, senza altri concorrenti reali. E così via. E se gli armatori stufi lasciassero Genova? (leggi la lettera integrale nella nostra home page)
IL COMMENTO DI LUIGI MERLO
“Io quando sono stato informato dell’alleanza ho chiesto a Sech e Vte di informarmi, entrambi mi hanno risposto in maniera dettagliata evidenziando dal loro punto di vista che non si tratta di fattispecie considerate nell’articolo 18 della legge sui porti ma di un mero scambio azionario delle holding e quindi non sarebbe materia per l’autorità portuale. Gli uffici stanno esaminando la situazione. Noi abbiamo chiesto un parere al ministero per verificare se c’è una casistica o dei precedenti o comunque procedure standard su come comportarsi”. Così il presidente del porto Luigi Merlo sulla lettera inviata dagli armatori contro l’alleanza Sech – Vte.
Elisabetta Biancalani
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